I Radicali Igor Boni e Silvja Manzi, all’8° giorno di digiuno di dialogo con il Governo per la revoca di tutte le 33 onorificenze concesse a personalità legate al Cremlino, nel settimo anniversario della firma dell’accordo tra la Lega e il partito di Putin hanno inviato una lettera aperta a Matteo Salvini.
In una conferenza stampa tenutasi questa mattina sotto la Prefettura di Torino, gli esponenti Radicali Igor Boni e Silvja Manzi – all’ottavo giorno di sciopero della fame per chiedere la revoca delle onorificenze concesse a personaggi della nomenklatura russa – hanno illustrato i contenuti di una lettera aperta inviata oggi al vicepremier italiano Matteo Salvini e, per conoscenza, al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Esattamente sette anni fa, il 6 marzo 2017, a Mosca, Salvini firmava assieme a Sergei Zheleznyak, segretario di “Russia Unita”, il partito personale di Vladimir Putin, un accordo di collaborazione, ormai noto alle cronache. Ai sensi dell’articolo 8 dell’accordo, esso è stato rinnovato tacitamente il 6 marzo 2022 (dieci giorni dopo la seconda aggressione russa all’Ucraina), fino al 6 marzo 2027.
Boni e Manzi chiedono a Salvini di dire finalmente parole chiare e definitive su quel patto vergognoso e intollerabile, a maggior ragione dopo che la premier Giorgia Meloni ha firmato con il presidente Zelensky, il 24 febbraio scorso a Kiev, un “Accordo di cooperazione in materia di sicurezza tra Ucraina e Italia”.
La Lega è l’unico partito occidentale ad avere un accordo vigente con il partito di Putin, sottoscritto tre anni dopo la prima aggressione della Russia all’Ucraina. È ora che tale pagina nera sia chiusa non con il silenzio e la rimozione del problema ma con una chiara e pubblica assunzione di responsabilità da parte di Matteo Salvini, visto soprattutto il suo attuale incarico di governo.