Ha votato uno studente su 17 aventi diritto. Percentuale irrisoria dovuta a mancata campagna d’informazione del Governo. Persino il “come si vota” del Parlamento Europeo non riportava la possibilità del voto dei fuori sede.

Le cifre fornite da The Good Lobby Italia sul voto a distanza degli studenti fuori sede sono tanto sconsolanti quanto prevedibili: rispetto a un totale di 330.000 studenti fuori sede, solo 24.000 (8%) hanno fatto richiesta di poter votare senza dovere rientrare nel proprio comune di residenza; di quei 24.000, solo circa 19.000 (5,8% del totale) hanno poi effettivamente esercitato tale nuovo diritto. Un voto effettivo su 17 voti potenziali. – È quanto hanno dichiarato gli esponenti radicali Igor Boni e Giulio Manfredi – La novità dell’istituto e la presenza massiccia, anche fra gli studenti fuori sede, del “partito del non voto” non possono giustificare cifre così irrisorie. Diciamolo: è mancata una capillare campagna informativa ad hoc da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Noi l’avevamo richiesta, inutilmente, a tempo debito. Ma la mancanza di cura e attenzione nell’attuazione di una legge che l’Italia attendeva da decenni non è stata solo del Governo nazionale. Abbiamo scoperto a pochi giorni dalla scadenza del termine per presentare la richiesta di voto a distanza (5 maggio 2024) che la stessa pagina dedicata al “come si vota” del Parlamento Europeo non riportava la previsione del voto a distanza. Abbiamo segnalato la cosa agli uffici competenti e la pagina è stata integrata, pur rimanendo presente uno strano link che rimanda a una fantomatica “pagina dedicata” che non è altro che l’edizione della Gazzetta Ufficiale dove è stata pubblicata la legge che regola il voto a distanza (articolo 1 ter del Decreto legge 29 gennaio 2024, n. 7). Vedi: Italia – Come votare (Dove è possibile votare?).
In questa campagna elettorale abbiamo visto la nostra premier spiegarci come preferiva essere votata sulla scheda elettorale (se lo stesso spazio informativo dedicato a questa fondamentale notizia fosse stato dedicato al voto degli studenti fuori sede, avremmo percentuali molto diverse rispetto a quelle riscontrate); abbiamo anche assistito a un forte battage del Parlamento Europeo per portare i cittadini al voto (ma poi nelle istruzioni online per il voto è stata fornita solo in extremis, on demand, l’informazione sul voto dei fuori sede).

Che dire? In tempo di esami – concludono i due storici esponenti radicali – è inevitabile la bocciatura.