Sulla Gazzetta Ufficiale del 10 luglio è stato pubblicato il Decreto del Ministero Difesa del 25 giugno 2024 di “Autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina”, a titolo non oneroso. E’ il nono invio di aiuti militari dall’inizio della seconda aggressione russa all’Ucraina (24/02/2022). Come tutti i decreti precedenti, l’allegato del provvedimento non contiene la lista delle forniture inviate, perché è stato apposto il segreto di Stato. L’Italia è l’unico Paese occidentale a non rendere noti l’entità e la natura di tali forniture; tutti gli altri, anche dopo accesi dibattiti, lo fanno tramite siti web esaustivi (es. vedi sito ad hoc continuamente aggiornato dal governo tedesco).

Igor Boni e Giulio Manfredi (Europa Radicale):

Nel 1983 il Partito Radicale (in particolare, Roberto Cicciomessere) pubblicò un libretto dal titolo “Quello che i russi già sanno e gli italiani non devono sapere”, contenente la mappa delle basi missilistiche in Italia della Nato. Quarant’anni dopo, la questione è sempre quella: sicuramente Putin conosce l’entità dell’apporto italiano all’Ucraina, grazie anche ai suoi amici ed informatori annidati nel governo italiano, nei ministeri e nelle forze armate (il “caso Biot” ha rivelato la punta dell’iceberg). E’, invece, negato il “diritto alla conoscenza” dei cittadini italiani sull’entità e qualità di forniture che, diciamolo, sono finanziate grazie alle imposte pagate dagli stessi cittadini.

Nel maggio scorso, in Parlamento, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, aveva dichiarato che “stava pensando” di togliere, almeno in parte, il segreto di Stato sugli aiuti all’Ucraina. E’ evidente che il ministro abbia cambiato idea. Gli chiediamo un supplemento di riflessione. Secondo noi, l’elenco degli aiuti non è pubblicato perché verrebbe alla luce l’esiguità quantitativa e qualitativa degli aiuti stessi, soprattutto se rapportata ai dati (già pubblici) degli altri Paesi della Nato. Saremmo, naturalmente, felicissimi di essere smentiti.”

Foto tratta da Il Giornale.