Domenica 23 febbraio 2025 manifesteremo contro l’imperialismo criminale di Putin e le infamie di Trump

Igor Boni e Federica Valcauda (coordinatore e tesoriera Europa Radicale):

Domenica 23 febbraio, nel terzo anniversario dell’aggressione su larga scala della Russia all’Ucraina, parteciperemo a MILANO alla marcia indetta dalla comunità ucraina (partenza alle 14:00 da Piazza Castello e arrivo in Piazza Cairoli). Sfileremo dietro allo striscione “Non c’è Pace senza Ucraina”. Parteciperemo alla manifestazione di ROMA del 23 febbraio organizzata alle ore 15 in Piazza dell’Esquilino, e a quella di TORINO di sabato 22 febbraio in Piazza Castello alle ore 18.

Stiamo assistendo all’impensabile: il presidente Trump si accorda con il Paese aggressore, la Russia di Putin, estromettendo dal tavolo il Paese aggredito, l’Ucraina, trattata come una colonia, di cui sfruttare le ricchezze, senza alcuna voce in capitolo. Era già successo nel 1938 con l’“accordo di Monaco” fra Francia e Inghilterra da una parte e la Germania nazista dall’altra, sulla pelle della Cecoslovacchia. Ma l’accordo che si prospetta con Putin è ancora più vergognoso e inammissibile, arrivando dopo tre anni di sostegno forte e determinante dell’intero Occidente al presidente Zelensky, che è passato in una settimana dal ruolo di “eroe” a quello di “dittatore”.

Rivolgiamo un appello a tutti i cittadini a scendere in piazza (a Milano, a Roma, a Torino, nelle altre città dove la comunità ucraina riuscirà ad organizzare eventi), perché in gioco non c’è solamente la vita dell’Ucraina ma la vita dell’Europa, Italia compresa. Putin non si fermerà all’Ucraina come Hitler non si fermò alla Cecoslovacchia. Lo ha affermato più volte.

In questo terzo anniversario rinnoviamo le due richieste fatte negli anniversari precedenti, richieste che oggi divengono di un’urgenza senza precedenti:

1) la Corte Penale Internazionale dell’Aia (che deve essere difesa “senza se e senza ma” dagli attacchi alla sua autonomia e alla sua stessa esistenza) deve emettere ulteriori incriminazioni nei confronti di Vladimir Putin; è importante (ancora di più oggi con Trump vuole far saltare tutto) l’incriminazione nei suoi confronti emessa il 17 marzo 2023 per la deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia e in Bielorussia, ma non basta; dopo oltre mille giorni di guerra, attacchi indiscriminati ai civili, bombardamenti, stupri, razzie, la CPI ha acquisito prove e testimonianze sufficienti per ulteriori mandati d’arresto per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti, innanzitutto, del vertice della catena di comando russa, Vladimir Putin;

2) il governo italiano ritrovi un po’ di coraggio e di rispetto di stesso – dopo avere assistito in modo ignavo agli attacchi russi al presidente Mattarella senza nemmeno convocare per chiarimenti l’ambasciatore russo – revocando finalmente le 19 onorificenze agli amici di Putin concesse dai governi italiani dal 2014 al 2021 (fra le altre spiccano quelle all’attuale ambasciatore russo in Italia, Aleksej Paramonov, e al portavoce di Putin, Dmitry Peskov).