Appello per contrastare la diffusione in Italia della disinformazione del Cremlino

Diciamo Stop alla propaganda russa e ci impegniamo nella diffusione delle verità degli orrori della guerra scatenata da Vladimir Putin nel cuore dell’Europa.
Dall’inizio del 2024 in molte città italiane – da Milano a Roma, da Modena a Lucca, da Verona a Bologna a Torino – assistiamo all’organizzazione da parte di sedicenti associazioni “culturali” di incontri aperti al pubblico in cui le menzogne del regime Russo vengono sparse per contaminare la società e l’opinione pubblica italiane.
È dall’aggressione Russa in Ucraina nel 2014 – con l’occupazione della Crimea e la destabilizzazione militare delle regioni di confine – ben prima dell’invasione su larga scala del 2022, che Mosca conduce una guerra ibrida fatta di propaganda, disinformazione, influenze elettorali, ricatti energetici, finanziamenti illeciti, nella sostanziale indifferenza delle diplomazie europee.
Ma oggi siamo di fronte a una vera e propria escalation. La moltiplicazione di questi appuntamenti pubblici che seminano dubbi e incertezze allo scopo di ridurre il sostegno alla causa ucraina, rappresenta un incredibile salto di qualità, che sarà un salto nel buio se questi eventi avessero il beneplacito delle istituzioni italiane e il megafono dell’informazione pubblica italiana.
La posizione dell’Italia, dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, è stata, senza esitazioni, a sostegno dell’integrità del Paese aggredito; un Paese libero, democratico e sovrano. L’Italia sostiene l’Ucraina con le sanzioni al regime di Vladimir Putin e con l’invio delle armi affinché l’Ucraina possa difendersi. L’Italia collabora con la Corte Penale Internazionale che ha già emesso un primo mandato di arresto per Putin e per la commissaria presidenziale per i diritti dell’infanzia della Russia, Marija L’vova-Belova, per crimini di guerra, in particolare per le deportazioni e il trasferimento illegale di minori dal territorio occupato dell’Ucraina alla Russia.
Quanto accaduto per mano dei russi a Mariupol, Bucha, Irpin, Bakhmut e in molte, troppe città ucraine con la distruzione sistematica di infrastrutture, palazzi, scuole, ospedali, chiese, teatri, stazioni, centrali, acquedotti, dighe, con le fosse comuni, il vilipendio di cadaveri, stupri, torture, esecuzioni indiscriminate, saccheggi, è oggetto di indagine da parte della Corte Penale Internazionale ma sono fatti acclarati, già entrati nelle più terribili pagine dei libri di storia.
Riteniamo che contribuire a diffondere la propaganda dello Stato occupante, avallando appuntamenti in sedi pubbliche, rappresenti, nella migliore delle ipotesi, una svista o una ingenuità.
Occorre rendersi conto che ci troviamo di fronte a un bivio della Storia dove, come già nel 1939-1945, non possono esserci cedimenti e tentennamenti di fronte al tiranno: è imperativo decidere di stare dalla parte giusta, che non è quella di Putin e del suo regime tecnicamente nazista.
Per questo chiediamo con forza e urgenza che ci si attivi a tutti i livelli, istituzionale, politico e civile, in sede nazionale ed europea, con adeguati finanziamenti e strutture, per contrastare la propaganda e la disinformazione russa, che è parte integrante della guerra all’Ucraina e all’Europa, fatta con lo scopo di minare alle fondamenta le democrazie liberali e le libertà occidentali.