Europa Radicale e Certi Diritti chiedono alla Commissione Europea di aprire una procedura d’infrazione.

Il parlamento della Slovacchia ha approvato un emendamento costituzionale che riconosce solo due generi, esclude le coppie omosessuali dai diritti riproduttivi, vieta la gestazione per altri, e attribuisce prevalenza al diritto nazionale rispetto a quello europeo in ambiti culturali ed etici. Un’iniziativa legislativa che, oltre a rappresentare un grave arretramento sul piano dei diritti civili e delle libertà fondamentali, entra in diretto conflitto con i principi fondanti dell’Unione europea.

«Questa norma è discriminatoria e viola in modo palese il diritto europeo. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione vieta espressamente qualsiasi forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (Articolo 21) e garantisce la parità tra donne e uomini in ogni ambito, compreso l’accesso al lavoro e alla retribuzione (Articolo 23). Riconoscere esclusivamente due generi e costruire l’architettura dei diritti su tale binarismo non è solo un’offesa alle persone trans, non binarie e intersex, ma anche un attacco alla coesione giuridica dell’Unione»dichiarano Nicola Bertoglio e Claudio Uberti dell’Associazione Radicale Certi Diritti.
«Ancora più grave è l’affermazione contenuta nell’emendamento secondo cui il diritto nazionale prevale su quello europeo nei cosiddetti “temi culturali ed etici”: è un tentativo esplicito di minare il principio del primato del diritto dell’Unione, sancito da decenni di giurisprudenza della Corte di giustizia dell’UE, a partire dal caso Costa vs. Enel del 1964 fino alle più recenti condanne alla Polonia. È urgente che la Commissione Europea apra una procedura d’infrazione contro la Slovacchia ai sensi dell’art. 258 TFUE»aggiungono Chiara Squarcione e Federica Valcauda, di Europa Radicale, che concludono: «È evidente che il governo di Robert Fico intende seguire una traiettoria autoritaria simile a quella già percorsa da Polonia e Ungheria: uso politico della Costituzione, rifiuto dell’integrazione giuridica europea, colpevolizzazione delle minoranze. È essenziale che le istituzioni europee, a partire dal Parlamento, reagiscano con fermezza. Stiamo valutando la possibilità di sollecitare una discussione urgente, una risoluzione parlamentare o una richiesta di monitoraggio dello Stato di diritto in Slovacchia».
Europa Radicale e l’Associazione Radicale Certi Diritti si appellano anche agli europarlamentari e ai gruppi politici sensibili alla tutela dei diritti fondamentali: «È il momento di agire. Non possiamo tollerare che uno Stato membro dell’Unione sancisca per legge la discriminazione e imponga una gerarchia tra cittadine e cittadini in base all’orientamento sessuale o all’identità di genere», concludono congiuntamente.
Sono allo studio anche strumenti civici di pressione come una petizione al Parlamento europeo (Art. 227 TFUE) o una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), per mobilitare la società civile e denunciare una deriva incompatibile con l’appartenenza della Slovacchia all’Unione.