1000 giorni di crimini russi. 1000 giorni di resistenza ucraina
Domenica 17 novembre, dalle ore 16, a Roma, a Castro Pretorio (nei pressi dell’Ambasciata della Federazione Russa), manifestazione promossa dalla Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, da Europa Radicale e da Linkiesta, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Ucraina nella Repubblica Italiana e dell’Ambasciata di Ucraina presso la Santa Sede

«Esattamente tra un mese, in occasione della terribile ricorrenza dei 1000 giorni dall’invasione su larga scala della Russia di Putin in Ucraina, saremo in piazza invitando a essere con noi tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, le forze associative e sociali del Paese, nonché le autorità religiose. Quindi appuntamento a Roma domenica 17 novembre! – Così in una nota Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia e Igor Boni, esponente di Europa Radicale – Perché dalla difesa dell’Ucraina passa il futuro di pace per tutti noi. L’attacco della Russia non è solo all’Ucraina ma alle nostre democrazie. Un attacco partito il 20 febbraio 2014, con l’illegale annessione della Crimea, e che con l’invasione su larga scala del 24 febbraio 2022 ha costretto il mondo ad aprire gli occhi e gli ucraini a difendere se stessi e l’Europa intera. La resistenza degli ucraini è la nostra resistenza! Chiediamo all’Europa e alla NATO – proseguono Horodetskyy e Boni – di garantire all’esercito ucraino forniture capaci di fermare bombe, missili e droni che sistematicamente colpiscono obiettivi civili. Chiediamo che chi viene quotidianamente aggredito possa difendersi colpendo le basi russe anche nel suo territorio, gli aeroporti e le riserve di armamenti e carburante e tutti gli obiettivi militari e logistici; solo in questo modo si può costringere il regime di Vladimir Putin a fermare la guerra.
Chiediamo al Governo italiano – rimarcano Horodetskyy e Boni – di ritirare le onorificenze ai russi amici del Cremlino, a partire dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov e dell’ambasciatore in Italia Aleksey Paramonov. E chiediamo al Governo che faccia tutto ciò che è in suo potere per favorire lo scambio dei prigionieri di guerra e far rilasciare i civili ucraini imprigionati; e, insieme alle organizzazioni umanitarie, che faccia il possibile per aiutare la popolazione civile a sopravvivere al duro inverno causato dai bombardamenti russi, a partire dalla fornitura di generatori.
Apriremo i nostri microfoni a tutti – concludono i due organizzatori della manifestazione – intervallando gli interventi con rappresentazioni e brani musicali ucraini; concluderemo la manifestazione con le fiaccole, a illuminare il percorso verso la libertà, degli ucraini e degli europei.»