Dossier a cura di Igor Boni
Il regime criminale guidato da Vladimir Putin ha superato il quarto di secolo di vita. Oltre 25 anni nei quali, di fronte all’inerzia della quasi totalità dei governanti europei e delle diplomazie occidentali, come Radicali abbiamo fatto e organizzato ogni tipo di iniziativa, politica e di informazione, in Italia e non solo. Siamo stati gli unici a denunciare la violenza assassina e terrorista del dittatore russo, con questo dossier lo rivendichiamo, auspicando che chi ancora non ha aperto gli occhi, lo faccia: c’è in gioco il futuro di libertà e di democrazia per tutti noi.
Dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, chi sia Putin, quale la sua faccia feroce e sanguinaria, è divenuto chiaro a molti. Purtroppo ancora adesso l’informazione italiana è piena di esponenti della politica che fino a ieri andavano a braccetto col nuovo Zar, per convinzione o per “realismo”, e di opinionisti che si sono fatti megafono della propaganda putiniana.
Di seguito proponiamo una ricognizione delle azioni radicali che si sono susseguite dal 1999 a oggi, con una premessa che riguarda gli anni precedenti nei quali i Radicali hanno tentato di contribuire a una svolta democratica e civile della Russia uscita dalla caduta del Muro di Berlino. Si tratta di una sintesi, non esaustiva, di anni ininterrotti di attività e proposte che dimostrano che c’era chi aveva capito ma non è stato ascoltato.
LE PREMESSE
1989
Si svolge a Budapest, prima della caduta del Muro di Berlino, dal 22 al 26 aprile, il XXXV Congresso del Partito Radicale che ne sancisce la trasformazione in partito transnazionale. Nel giugno di quell’anno si costituisce a Mosca l’Associazione radicale per la libertà e la pace. Buona parte delle persone più attive provengono dall’Associazione Doverije, un gruppo pacifista e antimilitarista.
1990
Marino Busdachin, storico dirigente radicale, in un comunicato di marzo
Grazie al contributo degli ascoltatori di Radio Radicale – oltre dieci milioni di lire – sono stati acquistati per l’attività dei radicali in Unione Sovietica due computer, una decina di registratori, due telefax e tutto il materiale necessario al lavoro politico, introvabile o non acquistabile in loco. Il problema continua a essere il reperimento di una sede, perché essendo i radicali al pari degli altri movimenti democratici completamente illegali, non hanno la possibilità di averla ufficialmente. Per il momento si ovvia alla bisogna utilizzando gli appartamenti di due compagni, dove a volte riescono a stiparsi oltre 40 persone in 12 metri quadrati.
1991
Organizzata da militanti del Partito Radicale si svolge a Mosca una manifestazione davanti alla sede del Mossoviet in difesa dei diritti politici e democratici dei cittadini moscoviti chiamati a votare il 12 giugno per l’elezione diretta del sindaco.
1992
Come in decine di altre città del mondo – e soprattutto dell’Est Europa – il Partito Radicale apre una sede politica a Mosca, che coordinerà le attività radicali nelle Repubbliche ex-sovietiche.
1994
Il 24 febbraio, vicino a Mosca, in circostanze mai chiarite, viene ucciso Andrea Tamburi, coordinatore della sede moscovita. Andrea aveva portato in Russia le battaglie radicali per l’obiezione di coscienza, per la democrazia e la libertà di pensiero e di informazione.
1995
Mobilitazione a Mosca per la campagna Bosnia nella Unione Europea. I Radicali manifestano davanti alla Missione della UE con slogan come “Adesione Bosnia all’UE, subito!”, “Europa muore o rinasce a Sarajevo”, “Duma di Stato è un complice dei criminali di guerra”, “Karadzic, Mladic, Milosevic: manette e all’Aia – subito!”, “No alle trattative con Milosevic!”.
24 e 25 Aprile. Nella notte, a Mosca, Nikolaj Khramov (tuttora militante radicale), uno dei coordinatori delle attività del Partito Radicale transnazionale in Russia, viene aggredito e gravemente ferito alla testa da tre persone mentre rientrava nella sua abitazione dopo una riunione nella sede del partito; gli aggressori, in un primo tempo fermati dalla polizia, sono stati subito rilasciati dopo che uno di essi si era qualificato come persona che lavora “per il Corpo” (ossia per i servizi del Ministero dell’Interno).
1994-1996 Prima guerra cecena. E poi 1999-2009 la seconda guerra cecena, voluta e lanciata da Vladimir Putin, porta allo sterminio di 140.000 ceceni su 1 milione di abitanti, alla completa distruzione della capitale Grozny. Un decennio di stragi perpetrate dall’esercito russo su mandato di Putin alle quali i Radicali rispondono con centinaia di iniziative.
25 ANNI DI CRIMINI DEL REGIME DI VLADIMIR PUTIN
2000
Primavera. La Russia – già di Putin – chiede l’espulsione del Partito Radicale dall’ECOSOC (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite), di cui fa parte dal 1995 come ONG con Status consultivo, per avere fatto intervenire alla Commissione Diritti Umani di Ginevra il parlamentare ceceno Akhyad Idigov. Come ricorda Marco Perduca
nei giorni in cui il secondo conflitto ceceno stava di nuovo raggiungendo un livello di violenze inaudito, grazie a documenti in suo possesso Idigov cercò di dimostrare che quelle violenze erano il frutto di una precisa decisione politica presa da Mosca.
La richiesta di espulsione viene rigettata grazie a un’intensa attività diplomatica del Governo italiano (Giuliano Amato presidente del Consiglio dei ministri) nel Palazzo di Vetro, coordinata dai Radicali (uno per tutti, Marco Perduca). Particolare non irrilevante: l’Ambasciatore russo all’ONU era l’attuale ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
16 Ottobre. Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale, viene assassinato dai servizi segreti russi a Tbilisi, capitale della Georgia, dove si trovava per investigare sull’utilizzo di torture, violenze e armi non convenzionali da parte dell’esercito russo in Cecenia. Prima di essere ucciso viene torturato e vengono sottratti i materiali di prova raccolti e che aveva iniziato a inviare.
23 Novembre. I deputati radicali al Parlamento europeo, in collaborazione con Reporters Sans Frontières (RSF), organizzano a Roma la conferenza Cecenia: una guerra nascosta, con le testimonianze dirette delle donne cecene rifugiate Libkan Basaeva e Zainap Gashaeva, con i giornalisti Andrej Babitski, Irena Brezna, Anne Nivat, Sophie Shihab, Galina Ackerman, Mylene Sauloy, Massimo Bordin, Romano Cagnoni, Patricia Franceschetti, Fausto Biloslavo, Ettore Mo, con gli attivisti delle organizzazioni internazionali per i diritti umani Andrei Mironov, Valentina Melnikova, Diederick Lohmann, Mateo Taibon, Laura Boldrini, e gli interventi di Stefano Citati, Umberto Ranieri, Olivier Dupuis, Emma Bonino e Marco Pannella.
2002
13 Marzo. Olivier Dupuis, allora segretario del Partito Radicale, lancia una mobilitazione nonviolenta di sciopero della fame a difesa dei diritti umani e civili dei ceceni alla quale aderiscono anche 12.000 rifugiati ceceni, compresi membri del Governo in esilio.
2003
15 Marzo. Ilyas Akhmadov, ministro ceceno degli Affari Esteri, presenta un piano di pace che prevede l’istituzione di un’amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite sulla Cecenia. La proposta viene da noi inviata ai ministri degli Affari Esteri dei Paesi membri dell’Unione europea e dei Paesi candidati così come all’Alto Rappresentante per la Politica Estera, Javier Solana, e al Commissario alle relazioni estere, Chris Patten. Il piano di pace viene promosso in ogni modo e in ogni luogo dal Partito Radicale come strumento per trovare una soluzione diplomatica al conflitto in Cecenia.
2004
23 Febbraio. In occasione del 60° anniversario della deportazione dei ceceni voluta da Stalin nel 1944, i Radicali manifestano davanti a Palazzo Chigi a sostegno del popolo ceceno, vittima ancora del genocidio russo. Oliver Dupuis sospende un lunghissimo sciopero della fame attuato per sensibilizzare le istituzioni europee.
2 Aprile. Umar Khanbiev, ministro ceceno della Sanità nel Governo del presidente Aslan Mashkadov, interviene a Ginevra davanti alla Commissione dei Diritti umani delle Nazioni Unite
Mi chiamo Umar Khanbiev, e prendo la parola a nome del Partito Radicale Transnazionale, del cui Consiglio Generale sono anche membro. Tre anni fa ho preso la parola in questa stessa Aula e il mio intervento causò pesanti proteste da parte della delegazione russa. In quell’occasione testimoniavo sui crimini contro l’umanità commessi dai russi e chiedevo il vostro aiuto per fermare il genocidio del popolo ceceno. Cos’è cambiato da quel giorno? Sfortunatamente nulla. La sola differenza è che il numero delle persone uccise, mutilate e scomparse è aumentato di centinaia di migliaia. Questo è il prezzo della vostra inazione. Campi di concentramento, torture (comprese quelle volte a colpire la fertilità), esecuzioni extragiudiziali, rapimenti, commercio d’ostaggi e di corpi, squadroni della morte, sperimentazioni con veleni sui detenuti, fosse comuni nascoste – questa è la realtà della Cecenia d’oggi.
Si moltiplicano le iniziative di ogni genere in Italia. Il Ministro Umar Khanbiev con i Radicali tiene conferenze di promozione del piano di pace a Torino, Genova, Firenze, Siena, Perugia, Fano, Pesaro. A Torino Dieci ore per la Cecenia con il sindaco Sergio Chiamparino. Gli esponenti radicali, Bruno Mellano e Igor Boni, commentano la visita del presidente russo Putin in Sardegna a Villa Certosa
In queste ore, il Cavaliere Berlusconi e lo Zar Putin si incontrano per la quinta volta in un anno; siamo sicuri che, ancora una volta, parleranno di tutto tranne che del genocidio in corso in Cecenia a opera delle truppe d’occupazione russe, mentre l’UE assiste impotente alla distruzione di Grozny, come assisteva impotente dieci anni fa all’assedio di Sarajevo.
2005
9 Marzo. Il presidente ceceno regolarmente eletto Aslan Maskhadov viene ucciso dalle forze russe.
Il leader russo Vladimir Putin voleva eliminare il principale sostenitore di ‘una soluzione negoziata’ del conflitto in Cecenia che trovava consensi anche in Occidente – Così Emma Bonino in un’intervista alla CNN spagnola, che aggiunge – l’esistenza di infiltrazioni terroristiche nel Caucaso, il massacro che da anni ha luogo in Cecenia è una vergogna per la Russia e per il mondo. Adesso, con l’eliminazione di Maskhadov la guerra continuerà peggio di prima. Un giorno ci domanderemo come abbiamo potuto tollerare quello che è successo in Cecenia e perché non è stata chiesta ragione di ciò a Putin.
2006
7 Ottobre. Anna Politkovskaja viene assassinata nel giorno del compleanno di Vladimir Putin. Ai funerali a Mosca l’unico politico europeo presente è Marco Pannella che all’Europarlamento, l’11 ottobre, interviene e dice
ci ha raccontato, questa donna, questa giornalista, quello che non avete voluto sentire, non avete voluto vedere – e ancora – abbiamo portato in questo Parlamento membri del governo ceceno in esilio, che venivano ad annunciare la loro scelta nonviolenta. Non se ne è fatto nulla.
2007
16 Aprile. I deputati radicali de La Rosa nel Pugno, a prima firma Daniele Capezzone, depositano una articolata interrogazione rivolta al Ministro dell’economia e delle finanze e al Ministro dello sviluppo economico nella quale si ricostruiscono meticolosamente gli intrecci politico-imprenditoriale tra Russia e Italia e mettono in risalto il ruolo vergognoso dell’ENI di Paolo Scaroni e dell’Enel nell’operazione di smembramento – attuata da Gazprom – della società russa Yukos dell’ex oligarca russo Mikhail Khodorkovsky, fatto arrestare da Putin nel 2003.
Maggio. Marco Cappato, allora parlamentare europeo e segretario dell’Associazione Coscioni, va a Mosca con una delegazione del Partito Radicale per consegnare una lettera al Sindaco dopo il divieto alla tenuta del Gay Pride. Nel corso di una manifestazione viene malmenato con altri radicali e con la deputata di Rifondazione Comunista Vladimir Luxuria, da naziskin e nazionalisti omofobi e poi fermato dalla polizia russa, insieme al radicale Ottavio Marzocchi, funzionario del Parlamento Europeo, e al deputato Verde tedesco Volker Beck. Saranno tutti rilasciati dopo poche ore, a differenza degli attivisti russi LGBT, arrestati e processati per “resistenza a pubblico ufficiale”.
19 Settembre. Energia e ambiente. Scenari e prospettive per l’Europa e per l’Italia: in un convegno in una sala del Senato della Repubblica, Radicali Italiani organizza un dibattito tra esperti e politici che tratta ampiamente della follia di legarsi mani e piedi al gas di Putin.
2008
Agosto. La Russia invade parte della Georgia (Abkhazia e Ossezia del Sud). Alle tenui proteste dell’Occidente, il regime russo replica: “Aiutate i criminali, Saakashvili (presidente Georgia, ndr) è come Hitler e Saddam!”.
10 Agosto. Il senatore radicale Marco Perduca richiede al ministro degli Esteri Franco Frattini di organizzare un vertice UE a Tbilisi per favorire il “cessate il fuoco” in Ossezia del Sud.
L’ideologo putiniano Alexander Dugin, in una intervista concessa a «il Giornale» l’11 agosto, anticipa che “dopo la Georgia toccherà all’Ucraina”.
2009
21 Febbraio. A Milano manifestazione di piazza Cecenia libera, Russia democratica! con comizio di Marco Pannella.
19 Settembre. Manifestazione radicale di fronte al Consolato russo di Milano in occasione del decimo anniversario della guerra cecena, con il Presidente di Radicali italiani Bruno Mellano e Giulio Manfredi, radicale storico, che indossa un cartello “Putin terrorista”.
2010
Ottobre. Igor Boni e Bruno Mellano ribadiscono che
da tempo abbiamo chiesto in tutte le sedi istituzionali una conferenza di pace per la Cecenia ricevendo, da numerosi esponenti della destra e della sinistra italiana, risposte sconfortanti. Oggi la situazione cecena e di tutta la regione è immensamente più complessa di qualche anno fa, quando esisteva una dirigenza democratica e filo-occidentale da sostenere.
2 Dicembre. Igor Boni denuncia la politica energetica italiana chiedendo chi sia al timone della politica estera italiana, se ENI o il Governo o gli interessi personali del Presidente Berlusconi.
Di nuovo, in tema di commistione tra democrazia violata, politica estera ed energetica, i Radicali chiedevano per quale motivo Berlusconi avesse difeso le politiche di sistematiche violazioni dei diritti umani compiute per un decennio in Cecenia dall’esercito russo.
27 dicembre. Mario Staderini, allora Segretario di Radicali Italiani, e Giulio Manfredi accusano i
legami sempre più stretti fra ENI e Gazprom nel progetto del gasdotto South Stream, che si pone in alternativa radicale al progetto del gasdotto Nabucco, patrocinato da Unione Europea e USA.
E Marco Perduca, Senatore radicale, afferma che
la ‘democratura’ (democrazia formale + dittatura sostanziale) russa guarda sempre più al modello cinese, voltando le spalle alle democrazie occidentali… La prospettiva di una Russia sempre più vecchia, nazionalista e xenofoba rappresenta una minaccia a lungo termine per l’Occidente, almeno per quella sua parte non ancora asservita a Mosca.
2011
In Daghestan, nei primi 11 mesi dell’anno, si sono registrate 372 persone morte in seguito a scontri o attentati; la violenza esercitata dai russi nella vicina Cecenia è tracimata in tutta la regione. Escalation ampiamente prevista e denunciata dai Radicali.
In Italia nasce il Governo Monti ed esce di scena Berlusconi, il migliore amico di Putin in Europa. Marco Perduca e Giulio Manfredi tornano alla carica il 27 novembre
Nella guerra dei gasdotti la Russia ha vinto recentemente due battaglie: è divenuto operativo il gasdotto Nord Stream, che unisce direttamente, tramite condutture sottomarine, la Russia alla Germania, bypassando Stati Baltici e Polonia; Gazprom ha acquisito la proprietà completa dei gasdotti bielorussi (diventa così praticamente ininfluente la posizione geostrategica dell’Ucraina)… Continueremo per inerzia a delegare la rappresentanza italiana all’ENI, ormai saldamente legata al carro di Putin o ripudieremo l’amico Putin, tanto caro all’ex premier Berlusconi?
2012
Aprile. Marco Perduca e Giulio Manfredi
Con la benedizione del governo Monti, ENI ed ENEL diventano ormai parte integrante del sistema industriale ed economico russo. Per puro stoicismo (visto che parliamo di ENI, che non ha avuto alcun problema a fare affari per vent’anni con Gheddafi) ricordiamo che ciò è avvenuto dividendosi le spoglie di un gruppo appartenente a (Mikhail Khodorkovsky, ndr) un imprenditore privato; privato, appunto, sia del suo patrimonio sia della sua libertà.
Settembre. Marco Perduca e Giulio Manfredi
Il decreto di Putin ha il merito di cancellare qualsiasi dubbio sulla natura e sulla ‘mission’ di Gazprom, che costituisce da sempre lo strumento utilizzato da Putin per condizionare le politiche, e i politici, dei Paesi europei, agendo sul ricatto energetico.
Novembre. Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino, deposita una mozione con cui chiede che la Città sospenda ogni iniziativa di collaborazione con San Pietroburgo, lamentando che durante gli eventi legati alla firma del protocollo bilaterale di collaborazione non fossero state adeguatamente stigmatizzate le violazioni dei diritti umani che sono state introdotte per legge dal Parlamento russo nei confronti della comunità omosessuale.
2013
Maggio. Dopo 7 anni dall’omicidio di Alexander Litvinenko mediante avvelenamento con Polonio 210 (radioattivo) e numerose azioni del Governo del Regno Unito nei confronti della Russia per pervenire alla verità e alla cattura dei colpevoli, avviene una netta marcia indietro: la decisione da parte del medico legale inglese di non esaminare, “per ragioni di sicurezza nazionale”, l’eventuale ruolo svolto dalla Russia nella tragica vicenda. Anche l’intransigenza degli inglesi viene meno e si apre ulteriormente la strada all’azione espansionista e criminale di Putin. Igor Boni e Giulio Manfredi
Se la più antica democrazia del mondo accetta di sottostare alla realpolitik, in nome dei buoni rapporti da mantenere fra Cameron e Putin, come si comporteranno gli altri Stati, democratici o no? Si adegueranno.
Ottobre. L’AD di Eni, Paolo Scaroni, rispetto ai rapporti italo-russi rilascia questa dichiarazione
Non dobbiamo pensare al rapporto con Putin, ma alla situazione tra vent’anni. Abbiamo una lunga storia comune, e la forza di gravità ci avvicina.
Igor Boni e Giulio Manfredi
Scaroni è persona troppo intelligente per non sapere che la Russia fra vent’anni sarà la figlia della Russia attuale, proprio come Putin è figlio del KGB e di ottant’anni di regime comunista.
Novembre. Il movimento di protesta Euromaidan mostra che la maggioranza della popolazione ucraina vuole un avvicinamento all’Europa, riforme democratiche e difendere i propri diritti di cittadini. A Kyiv, dal 30 novembre, i manifestanti occupano la Piazza dell’Indipendenza. Centinaia di migliaia di persone, per giorni, nel gelo della capitale, chiedono l’adesione dell’Ucraina all’UE e le dimissioni del presidente filorusso Viktor Janukovyč. Seguono scontri molto duri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il sostegno ai manifestanti ucraini da parte dei Radicali è tanto esplicito quanto censurato dai media italiani.
2014
Febbraio. I Radicali sottolineano che le Olimpiadi Invernali di Sochi si stanno svolgendo a poche decine di chilometri dal confine con la Georgia, Paese che è stato attaccato e occupato in parte dalle truppe russe 6 anni prima, nell’estate del 2008; a poche centinaia di chilometri dalla Cecenia invasa dalle truppe russe 14 anni prima, con il massacro di 100.000 civili (un decimo della popolazione complessiva).
Finite le Olimpiadi, riprende l’usuale modus operandi. Fuori dai confini russi Putin applica la stessa tecnica già utilizzata nel 2008 in Georgia: creare le condizioni per denunciare una presunta violazione dei diritti delle minoranze russofone e prendere questo a pretesto per invadere uno Stato sovrano. Il Governo russo minaccia militarmente l’integrità dell’Ucraina.
Noi Radicali rispondiamo così
Lo zar Putin, dopo la Cecenia e la Georgia, ha ora nel mirino l’Ucraina, territorio strategico per il controllo delle vie del gas e per esercitare la pressione del Cremlino sull’Unione Europea. Una UE che dovrebbe avere una difesa e un esercito comuni e una politica estera comune mentre continua invece a essere frammentata in Stati nazionali che hanno sempre meno ragione di esistere in quanto tali. Facciamo sentire a zar Putin la nostra voce e il nostro sdegno prima che riesca a scrivere un nuovo capitolo delle sue guerre di conquista.
Il 20 febbraio l’annessione militare della Crimea da parte di Putin. Il 16 marzo, in un referendum farsa, aspramente criticato e non riconosciuto dalla comunità internazionale, si arriva a una vittoria con il 95,32% dei Sì. Il voto è palesemente sottoposto a brogli e controllo militare; lo schema è esattamente lo stesso utilizzato anni prima in Cecenia. Il 18 marzo le autorità usurpatrici della Crimea firmano l’adesione formale alla Russia. Si compie così un atto in evidente e patente violazione di ogni trattato internazionale, sotto lo sguardo inerte dell’Europa.
Il 17 marzo USA ed Europa stabiliscono sanzioni economiche nei confronti della Russia in risposta alle azioni ingiustificate che hanno colpito l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il 27 giugno il Presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko firma l’Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea insieme ai Presidenti di Georgia e Moldavia. Kyiv mette nero su bianco la propria volontà di entrare nella NATO. Il 16 settembre il Parlamento europeo ratifica a larga maggioranza l’accordo che entrerà in vigore dal 1º gennaio 2016.
10 Ottobre. A Torino Silvja Manzi organizza un incontro pubblico al Circolo dei Lettori dal significativo titolo Ucraina europea: I legami politici e culturali tra l’Ucraina e l’Europa. Intervengono tra gli altri Oliver Dupuis e Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari Esteri.
Dicembre. Igor Boni e Giulio Manfredi
I Radicali sono stati l’unica forza politica che dal 2007 ha denunciato la partecipazione di ENI al progetto South Stream, tacciando l’allora AD Paolo Scaroni di svolgere la funzione di vero e proprio ‘cavallo di Troia’ di Gazprom/Putin nell’Unione Europea, con la benedizione di Silvio Berlusconi. E la nostra denuncia è andata di pari passo alla richiesta all’Unione Europea di una politica energetica comune, che avesse la forza di svincolarsi dall’abbraccio mortale dell’orso russo.
2015
29 Febbraio. Flash mob a Torino intitolato Russia democratica, Ucraina europea per dimostrare la vicinanza ai democratici russi che in quelle stesse ore sfilavano a Mosca, in un contesto di intimidazione, sospetto e paura dopo l’omicidio del principale oppositore liberale di Putin, Boris Nemtsov.
18 maggio. Global #FreeSavchenko Day i Radicali chiedono l’immediata liberazione della pilota ucraina alle autorità russe esponendo decine di palloncini con la scritta “Free Savchenko!”. Silvja Manzi
Domani saranno 329 i giorni di reclusione nelle carceri russe di Nadiya Savchenko, dopo essere stata prelevata con la forza in territorio ucraino in evidente violazione del diritto internazionale. Insieme a tanti militanti dei diritti umani in Europa e nel mondo chiediamo alle autorità russe di rispettare le convenzioni internazionali nonché l’immunità diplomatica e di liberare la parlamentare ucraina, detenuta senza processo da quasi un anno.
Sul caso Savchenko l’Associazione radicale Adelaide Aglietta incardina un’iniziativa di sensibilizzazione in tutta Italia.
9 giugno. In occasione della visita di Putin in Italia Silvja Manzi e Marco del Ciello
It’s time to #FreeSavchenko! C’è un Paese, oggi, in piena Europa che rischia di rimanere schiacciato tra l’aggressività russa e la debolezza europea; un Paese, l’Ucraina, che aspira a divenire pienamente europeo e rischia invece di rimanere vittima di una guerra che non ha scelto e voluto.
17 giugno. I dirigenti dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta attuano simbolicamente un giorno di sciopero della fame a un anno esatto dalla presa in ostaggio della pilota militare e parlamentare ucraina Nadiya Savchenko.
27 giugno. Nascono associazioni di vicinanza politica alla Russia putiniana. È il caso di “Lombardia Russia” e di “Piemonte Russia”. Associazioni costituite in seno ai Consigli regionali dove si dà voce alle farneticazioni di Gianluca Savoini, presidente di Lombardia Russia, che dichiara
Il mondo attuale, perso in un delirio mondialista, è la negazione del mondo tradizionale come noi lo abbiamo conosciuto e la Russia pare oggi l’unico baluardo e l’unico faro verso cui guardare con speranza.
Solo i Radicali si accorgono del problema (che nel 2019 esploderà su tutti i giornali con il caso Metropol)
Affermare che la Russia di oggi sia l’unico baluardo e l’unico faro verso cui guardare con speranza fa accapponare la pelle se si pensa alle decine di giornalisti uccisi, alla violazione dei diritti umani, alla impossibilità per gli omosessuali di esprimere le proprie opinioni, alle morti ‘accidentali’ di vari oppositori, alle stragi perpetrate in Cecenia, alla invasione della Georgia e, oggi, alla violazione di ogni diritto internazionale in Ucraina.
2016
21 gennaio. Sul sito dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta è pubblicato il rapporto degli inquirenti inglesi sull’“omicidio Litvinenko”, che indica come esecutori gli agenti del FSB russo Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun. In un comunicato Igor Boni e Giulio Manfredi prima ricordano che Lugovoi, nel frattempo, è stato eletto deputato nel partito di Putin ed è stato da lui insignito della “Medaglia dell’Ordine dell’Onore” assieme al dittatore ceceno Ramzan Kadyrov e poi concludono: Forse per gli stessi Lugovoi e Kovtun è meglio essere imputati sotto protezione in Inghilterra che rimanere testimoni scomodi a piede libero a Mosca. Il 4 giugno 2022 Dmitry Kovtun muore in un ospedale di Mosca “per le conseguenze del Covid” (Agenzia russa Tass).
3 Marzo. Incontro pubblico a Torino per approfondire il tema della propaganda come strumento di guerra ibrida nell’evoluzione della situazione in Russia e Ucraina. Anna Zafesova, giornalista della «Stampa» e Russia watcher, Mauro Voerzio, giornalista freelance e Laura Botti, coordinatrice dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, affrontano e approfondiscono i diversi aspetti della disinformazione russa.
La Russia intanto è divenuta protagonista anche nella guerra in Siria, una vera e propria guerra ai civili orchestrata dal sanguinario dittatore Bashar al-Assad. Grazie al determinante supporto militare logistico sul campo dell’esercito russo, Assad prosegue nella sua carneficina utilizzando le terribili e vietate armi chimiche. Ora come allora chiediamo l’intervento della giustizia internazionale. Silvja Manzi e Laura Botti
Occorre una proposta politica e diplomatica forte per fermare una escalation che prefigura disastri peggiori di quello attuale. Ribadiamo la richiesta di intervento della Corte Penale Internazionale, l’unico organismo che potrebbe giudicare i criminali di guerra che hanno fatto strage di uomini e di diritti umani. Riteniamo il veto della Russia posto in sede ONU al coinvolgimento della Corte un’azione vile e vergognosa.
14 Dicembre. Presso i locali del Comitato “Fondazione Magellano” a Torino, viene inaugurato il Centro di Rappresentanza in Italia della (sedicente) Repubblica Popolare di Donetsk (territorio che fa parte a pieno titolo dell’Ucraina). Un’autoproclamata repubblica, non riconosciuta da alcuno Stato se non da altre cosiddette repubbliche autoproclamate. Nessuno pare accorgersi di quanto sta accadendo. Igor Boni, Laura Botti, Silvja Manzi e Mauro Voerzio sollevano immediatamente il caso
Le tribolazioni della politica italiana non possono e non devono distrarci dal fatto che quello che sta accadendo a pochi chilometri da noi ha una rilevanza internazionale di portata epocale. Assistiamo inerti a operazioni non democratiche, non trasparenti, che calpestano qualsiasi basilare elemento di diritto internazionale, civile e umanitario. Non è ammissibile che si dia rappresentanza a quello che è a tutti gli effetti un movimento militare, indicato recentemente dal JIT-Joint Investigation Team come esecutore materiale dell’atto terroristico dell’abbattimento del volo Malesyan Airline MH17, dove, lo ricordiamo, hanno perso la vita 298 civili nei cieli dell’Ucraina: il più grave atto terroristico degli ultimi anni in Europa per numero di vittime.
Le nostre prese di posizione non rimangono inascoltate e producono una interrogazione parlamentare presentata dai deputati del Partito Democratico Davide Mattiello, Antonio Boccuzzi, Umberto D’Ottavio, Silvia Fregolent, Paola Bragantini, Anna Rossomando e una conferenza stampa nella sede radicale torinese di esponenti PD e Radicali. Il silenzio della comunità internazionale su Cecenia e Georgia ha reso possibile l’annessione russa della Crimea e la creazione di un’entità illegale nel Donbass. La nostra iniziativa vuole contrastare il tentativo strisciante di accreditare un “consolato” a Torino (primo in Italia) della Repubblica secessionista del Donbass, grazie all’opera dell’esponente di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone.
2017
Inizio anno. Radicali Italiani, con il segretario Riccardo Magi, lancia la campagna Europe First!. Nel manifesto di lancio si legge
Vogliamo unire e aprire le porte contro chi erge muri e fili spinati. Vogliamo la ragionevolezza delle idee e della lungimiranza spinelliana e pannelliana contro i nuovi protezionismi e nazionalismi. Vogliamo un’Europa dei popoli e non delle patrie. Vogliamo gli Stati Uniti d’Europa per contrastare l’espansionismo violento della Russia di Vladimir Putin e per affrancarci dall’America di Donald Trump che rinnega giorno dopo giorno il sogno su cui l’Europa si è fondata. Vogliamo un futuro di pace e di democrazia!
Marzo-Aprile. Silvja Manzi e Mauro Voerzio, in un articolo intitolato La guerra ibrida del Cremlino sul magazine «Strade Online», spiegano quanto propaganda e disinformazione siano una vera e propria strategia di destabilizzazione del Cremlino e come i siti legati al Movimento 5 Stelle diffondano sistematicamente le notizie false provenienti da Mosca.
11 Maggio. A Mosca, Yuri Guaiana, difensore dei diritti LGBT ed ex segretario dell’associazione radicale Certi Diritti, con un blitz nonviolento manifesta insieme ad altri attivisti per denunciare la repressione rivolta alle persone omosessuali e per consegnare al procuratore generale due milioni di firme raccolte contro le torture e gli abusi subiti dai gay in Cecenia. Viene fermato e poi rilasciato.
8 Giugno. Il programma di RAI2 “Nemo – Nessuno escluso”, in un approfondimento sulla guerra in Donbass, dopo una serie di interviste a mercenari italiani che combattono con i filorussi in Ucraina (dove a quel momento sono ormai oltre 10.000 i morti accertati in una guerra che l’Europa e l’Italia non vogliono guardare), mostra le immagini di una cena privata dove il Consigliere regionale piemontese di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone riceve una onorificenza militare da parte di un personaggio di spicco dell’estrema destra finlandese, Janus Putkonen. Alla cena è presente, tra gli altri, Andrea Palmeri, che si dice nel servizio essere “condannato in processi penali e coinvolto in inchieste giudiziarie su violenza e associazione a delinquere, miliziano filorusso in Donbass”. La stessa notizia è ripresa da www.stopfake.org che dedica il proprio lavoro a smascherare le false notizie su quanto accade in Ucraina da parte della propaganda russa.
14 Giugno. Giulio Manfredi e Silvja Manzi segnalano immediatamente il fatto alle Procure di Lucca e di Torino e lanciano questa loro presa di posizione
Il silenzio con il quale la politica tratta questa vicenda è inaccettabile. Che un rappresentante delle nostre Istituzioni sostenga attivamente chi oggi ha violato i confini di una nazione europea, l’Ucraina, con le armi e con l’appoggio delle truppe paramilitari russe e di finanziamenti del Governo russo, non può essere considerato politicamente accettabile … ribadiamo che l’invasione della Crimea e la vicenda del Donbass sono l’ennesima tappa di un espansionismo militare della Russia di Putin, pianificato e favorito dalla propaganda che diffonde continuamente false informazioni … crediamo occorra sostenere in ogni modo l’ingresso pieno dell’Ucraina nell’Unione Europea.
I Radicali sostengono apertamente da tempo la necessità di ingresso dell’Ucraina nell’UE come strumento di risposta all’espansionismo putiniano e come arma nonviolenta di difesa dell’Ucraina stessa.
Autunno. Le truppe militari russe lasciano nuovamente il loro segno di terrore e morte in un altro teatro di guerra: la Siria. Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani il mese di settembre è stato il più sanguinoso in Siria con oltre 3000 morti provocati dai bombardamenti del regime di Assad, della Russia e della coalizione internazionale. Quasi mille sono vittime civili, fra le quali 207 bambini.
4 Ottobre. Per l’ennesima volta Radicali Italiani rilancia il proprio appello “Assad all’Aja!” per affermare di nuovo che Non c’è Pace senza Giustizia e che Assad e tutti i criminali di guerra, sia del regime al potere e dei suoi alleati russi sia dei suoi nemici fondamentalisti islamici, devono essere deferiti davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja e processati per crimini contro l’umanità.
2018
18 Febbraio. Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, organi di stampa riferiscono che Francesco Graglia, consigliere regionale di Forza Italia in Piemonte, ha aderito a un movimento di estrema destra ‘Alleanza europea dei movimenti nazionali’, costituito in seno al Parlamento europeo dai neonazisti ungheresi di Jobbik, da quelli ciprioti di Elam, dal Fronte Nazionale francese, dalla greca Alba Dorata e dai Korwin polacchi. Si tratta di movimenti eterodiretti e finanziati da Mosca in ottica antieuropea. Il nuovo soggetto politico si propone di presentare alle elezioni europee una lista transnazionale di marca neonazista.
Igor Boni e Carmelo Palma (candidati di +Europa) dichiarano
+Europa vuole essere un baluardo a questa pericolosa deriva e continueremo nella nostra opera di denuncia e opposizione politica a chi collabora con potenze ostili – quale la Russia di Putin indubbiamente è – che vogliono destabilizzare l’equilibrio delle democrazie occidentali.
Queste prese di posizione producono tre querele per diffamazione a mezzo stampa promosse da due esponenti italiani (Valerio Cignetti e Massimiliano Panero) e un esponente ungherese dell’estrema destra (Bela Kovacs) nei confronti sia di tre giornalisti della «Stampa» (Maurizio Molinari, Marco Bresolin e Lorenzo Boratto) sia degli esponenti Igor Boni, Giulio Manfredi e Carmelo Palma, difesi dall’avvocato radicale Alberto Ventrini. Querele tutte archiviate dalla magistratura nel 2020.
Giugno. Si forma il Governo Giallo-Verde, costituito da Movimento 5 Stelle e Lega, i due partiti legati (anche formalmente nel caso della Lega) a Russia Unita, il partito di Vladimir Putin.
17 Ottobre. Matteo Salvini è in visita a Mosca, da Ministro degli interni e Vicepresidente del Consiglio: promette di togliere le sanzioni, prosegue e alimenta i suoi rapporti politici con il regime. Gli spostamenti di Matteo Salvini a Mosca dalla sera del 17 ottobre alla mattina del 18 ottobre, quando riparte per Roma, non sono tracciati. Storica la sua frase riportata da tutti i giornali
In Russia mi sento a casa mia mentre in alcuni Paesi europei no. – E aggiunge – Chi parla a sproposito di Europa oggi, fra qualche mese cambierà residenza e mestiere, dobbiamo portare pazienza ancora qualche mese.
2019
25 Aprile. Radicali Italiani lancia il 25 aprile per gli Stati Uniti d’Europa mentre la Russia riconquista spazio a ovest in Ucraina e l’America di Trump tenta in ogni modo di marginalizzare gli Stati europei.
27 Giugno. Vladimir Putin rilascia un’intervista al «Financial Times» dove esplicita il suo manifesto strategico contro le democrazie liberali.
4 Luglio. Vladimir Putin è in visita in Italia, ricevuto con tutti gli onori da tutte le cariche dello Stato e in Vaticano. Lo contestano, davanti al Quirinale, Silvja Manzi e Antonella Soldo, segretaria e tesoriera di Radicali italiani, esponendo la frase Dictators are not welcome in Europe (i dittatori non sono benvenuti in Europa). Sono fermate, perquisite e trattenute per 40 minuti dalla Polizia.
Abbiamo voluto mostrare il nostro dissenso di cittadine italiane ed europee nei confronti delle politiche del presidente russo. Politiche che affascinano sempre più membri del nostro governo e delle istituzioni, che fanno a gara a mostrare la propria vicinanza al Cremlino. Basti vedere in che clima – con una città letteralmente blindata – si sta svolgendo la visita di Putin. Noi, al contrario, vogliamo ricordare al nostro governo e alle nostre istituzioni che siamo in uno stato di Diritto e che i dittatori – quale di fatto è chi da 20 anni esercita un potere indiscusso sulla Russia – non sono i benvenuti. Dedichiamo questa manifestazione e questo fermo di polizia ad Antonio Russo, Anna Politkovskaja e a tutti i giornalisti e i dissidenti uccisi dal regime russo.
17 Luglio. Giulio Manfredi e Silvja Manzi
chi definisce ‘guerra civile’ la ‘guerra d’aggressione’ attuata da Vladimir Putin in Ucraina tramite i secessionisti del Donbass, ripete la stessa menzogna utilizzata negli anni ’90 del secolo scorso, quando in troppi definivano ‘guerra civile’ la ‘guerra d’aggressione’ attuata da Slobodan Milosevic in Jugoslavia tramite i secessionisti Mladic e Karadzic. Peraltro, Milosevic fu sostenuto fino alla fine dalla Russia.
25 Luglio. Silvja Manzi organizza in Senato il convegno Ombre russe. Il caso Markiv e lo stato della giustizia e dell’informazione in Italia sul caso relativo all’uccisione del fotogiornalista italiano Andrea Rocchelli e del dissidente russo e radicale Andrei Mironov (avvenuta a Sloviansk, in Donbass, il 24 maggio 2014), al quale intervengono Raffaele Della Valle (avvocato difensore di Vitaly Markiv) e Gian Domenico Caiazza (presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane).
2020
Primavera. Putin, su richiesta del Governo italiano e del Presidente del Consiglio in carica Giuseppe Conte, invia un contingente nel nostro Paese sotto le insegne dell’operazione Dalla Russia con amore. Mentre l’intero Paese è in lockdown decine di mezzi militari russi scorazzano per le autostrade deserte italiane. La scusa, preoccupante, è il supporto al nostro personale medico per la gestione della pandemia.
1° Aprile. Radicali Italiani solleva il caso e chiede insistentemente al Governo di fare luce sull’operazione “Dalla Russia con amore”, anche per mezzo di un’interrogazione, presentata dal deputato Riccardo Magi di +Europa-Radicali Italiani. Il quotidiano «La Stampa», con gli articoli di Jacopo Iacoboni, ne chiede conto. La risposta arriva durissima dal Ministero della Difesa russo che pubblica una nota in italiano sulla pagina Facebook dell’Ambasciata russa a Roma
Per quanto riguarda i rapporti con i reali committenti della russofobia della «Stampa», i quali sono a noi noti, raccomandiamo loro di fare propria un’antica massima: Qui fodit foveam, incidet in eam (Chi scava la fossa, in essa precipita). Per essere più chiari: Bad penny always comes back.
Immediata la nostra replica in solidarietà e vicinanza ai giornalisti della «Stampa»
Inaccettabili queste minacce soprattutto da parte di chi rappresenta uno Stato, un regime, che in 20 anni ha visto sparire o essere uccisi oltre 300 operatori dell’informazione, tra cui la giornalista Anna Politkovskaja.
4 Aprile. Di fronte al silenzio del Governo, Igor Boni, Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini inviano una lettera aperta al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte e, per conoscenza, al ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio e al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini per fare luce sull’operazione militare russa in Italia.
27 Aprile. In Piemonte il governo regionale di centrodestra guidato da Alberto Cirio nomina Assessore Maurizio Marrone, l’esponente di FdI responsabile della nascita della rappresentanza in Italia della fantomatica repubblica del Donetsk, dai Radicali contestato sin dall’inizio. I radicali Giulio Manfredi, Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis inviano un nuovo esposto alle procure di Lucca (il cui tribunale ha nel frattempo condannato Andrea Palmeri a 2 anni e 8 mesi per lesioni gravi) e Genova (il cui tribunale condannerà in primo grado Andrea Palmeri a 5 anni di carcere per reclutamento di mercenari italiani per la guerra nel Donbass) sulla presenza di Maurizio Marrone nel Donbass nel 2017. (vedi 8 e 14 giugno 2017)
28 Maggio. L’Italia concede onorificenze a esponenti legati a Putin, in primis Mikhail Mishustin, Primo ministro della Federazione Russa. Il 4 settembre 2020, Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini, Silvja Manzi, Giulio Manfredi e Igor Boni inviano una richiesta formale al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, affinché revochino le onorificenze.
25 Agosto. Igor Boni e Giulio Manfredi ribadiscono che
Non riusciamo a comprendere le motivazioni che hanno indotto il ministro Di Maio a proporre l’attribuzione della massima onorificenza della Repubblica Italiana ai due politici russi, rappresentanti di uno Stato sottoposto a sanzioni internazionali per l’occupazione militare e illegale della Crimea.
2021
3 Marzo. Massimiliano Iervolino e Giulio Manfredi dichiarano
Le sanzioni USA a sette alti esponenti della nomenklatura russa sono importanti, innanzitutto, perché testimoniano che Biden non è disposto a tollerare quello che a Trump semplicemente non interessava.
9 Dicembre. La Cassazione assolve definitivamente Vitaly Markiv, che era stato arrestato a Bologna nel 2017, condannato in primo grado a Pavia a 24 anni di reclusione nel 2019, assolto dalla corte d’Appello di Milano il 3 novembre 2020. Sul caso Silvja Manzi, all’epoca segretaria di Radicali Italiani, ha portato avanti una intensa campagna politica.
2022
Fine 2021 – inizio 2022. Nel Donbass occupato da quasi 10 anni da truppe paramilitari russe, dopo 13.000 morti e oltre 1 milione di profughi, la tensione sale vertiginosamente così come in tutta Europa. Si accalcano al confine dell’Ucraina e in Bielorussia oltre 150.000 soldati russi con migliaia di mezzi militari pronti a sferrare un attacco. Mosca stringe le forniture del gas e i prezzi salgono alle stelle.
2 Gennaio. Scoppia improvvisamente la rivolta in Kazakistan, dove i prezzi dell’energia sono ormai insostenibili. Centinaia di migliaia di persone scendono in piazza, entrano nei palazzi del potere, occupandoli, e chiedono la cacciata del Presidente Kassym-Jomart Tokayev. Il regime chiede l’aiuto a Mosca che invia forze militari per “riportare l’ordine”. Il risultato sono molte centinaia di vittime tra i manifestanti e i militari, in una repressione senza precedenti.
7 Gennaio. Massimiliano Iervolino, Giulia Crivellini e Igor Boni sottolineano che quella che sta accadendo in Kazakistan è l’ennesima ingerenza militare di Putin che corre a supporto dei regimi totalitari a lui amici
Esattamente come in Bielorussia con Lukashenko oggi si ripete il copione nel più grande Paese dell’area centroasiatica. L’obiettivo è la grande Russia, una espansione di influenza sempre più forte che minaccia l’Europa.
Eppure, in Italia la musica non cambia. Il ministro Di Maio attribuisce nuove onorificenze: al banchiere Andrey Kostin e al sottosegretario di Stato al ministero dell’Industria e Commercio Estero Viktor Evtukhov. Kostin è sottoposto a sanzioni da parte dei governi di USA e Canada per, si legge testualmente, “il suo ruolo chiave nel portare avanti politiche nocive di Putin”.
12 Gennaio. Il TG1 in prima serata manda in onda servizi dal Donbass occupato dando voce ai soli occupanti filorussi e negando la storia e quel che accade. Riccardo Magi presenta una interrogazione per chiedere al Governo: quale giudizio dà della scelta editoriale del telegiornale di RAI1 di sostenere apertamente le truppe filorusse che stanno occupando il Donbass in Ucraina.
3 Febbraio. Contro la minaccia all’Ucraina, rappresentata dalle truppe russe ammassate ai confini, si svolge a Torino, di fronte al Consolato onorario dell’Ucraina, una manifestazione di solidarietà indetta da Radicali Italiani con l’Associazione radicale Adelaide Aglietta e l’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, dal titolo Ucraina, frontiera d’Europa, frontiera di libertà. Analoghe manifestazioni si svolgono a Roma e nei giorni seguenti a Milano e a Rimini. I Radicali sono gli unici a scendere in piazza a sostegno dell’integrità territoriale dell’Ucraina, già violata dai russi nel 2014 con l’occupazione della Crimea e quella de facto del Donbass.
24 Febbraio. La Russia aggredisce per la seconda volta l’Ucraina. Da Torino a Bologna, da Roma a Milano, da Cuneo a Rimini, da Napoli a Perugia si moltiplicano le manifestazioni dei Radicali insieme alla comunità ucraina e in particolare con Oles Horodetskyy, Presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini d’Italia, che partecipa al XX Congresso di Radicali Italiani e viene eletto nella Direzione nazionale.
È storia di oggi con l’invasione dell’intera Ucraina, bombardamenti sui civili, migliaia di morti e milioni di profughi. Nel frattempo, Giulio Manfredi ha stilato l’elenco delle personalità del regime di Putin a cui il Presidente Mattarella ha attribuito onorificenze della Repubblica Italiana dal settembre 2019, da quando Luigi Di Maio è divenuto ministro degli Esteri. Il deputato radicale Riccardo Magi, intervenendo alla Camera alla presenza del premier Draghi, richiede la revoca di tutte le onorificenze concesse ai russi. Draghi promette pubblicamente di farlo.
4 Marzo. Radicali Italiani lancia l’appello “Putin all’Aja” per l’incriminazione del nuovo Zar per crimini di guerra e contro l’umanità. In pochi giorni vengono raccolte migliaia di firme. Una lettera con la richiesta di adesione all’Appello viene inviata a tutti i Sindaci italiani; fra gli altri, aderisce Federico Pizzarotti, sindaco di Parma.
8 Marzo. Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi denunciano che il patto siglato a Mosca, il 6 marzo 2017, da Matteo Salvini e da Sergey Zheleznyak (responsabile esteri di Russia Unita, il partito di Putin), è ancora pienamente operativo, non essendo mai stato revocato pubblicamente. Qui il testo integrale dell’accordo Lega/Russia Unita.
13 Marzo. Fabrizio Comba, portavoce regionale in Piemonte di Fratelli d’Italia, dichiara di dimettersi dalla carica di console onorario della Bielorussia a Torino, carica che ricopriva dal 2016. Radicali Italiani chiedeva le dimissioni di Comba dall’autunno 2020, da quando il dittatore Lukashenko aveva eliminato qualsiasi opposizione democratica. In tutti questi anni e anche all’atto dell’annuncio delle sue dimissioni, Comba non ha pronunciato una sola parola contro il regime di Lukashenko.
29 Marzo. Radicali Italiani invia nota formale via PEC sia al Presidente della Repubblica sia al Ministro degli Esteri per richiedere la revoca di tutte le onorificenze concesse agli esponenti del regime di Putin a partire dal 2014, ovvero dalla prima aggressione della Russia all’Ucraina. L’elenco è stato stilato da Giulio Manfredi dopo una puntigliosa ricerca sul sito del Quirinale.
Marzo-Aprile. La trasmissione televisiva “Report”, in due diverse puntate, concede una manciata di secondi prima a Igor Boni e poi a Massimiliano Iervolino per parlare rispettivamente dell’accordo siglato, e mai disdetto, da Matteo Salvini a Mosca nel 2017 con il partito di Putin (Russia Unita) e della questione delle onorificenze della Repubblica Italiana concesse ai russi. Si tratta degli unici “spazi” d’informazione concessi a esponenti di Radicali Italiani su un tema, quello dei rapporti con Putin, su cui i Radicali avrebbero molte cose da dire.
25 Aprile. Radicali Italiani festeggia la Liberazione nella sede nazionale, con il convegno Un 25 Aprile anche per l’Ucraina (registrazione disponibile su Radio Radicale). Durante l’intera giornata si alternano gli interventi di militanti radicali che rievocano i 23 anni di lotte contro Putin, di giornalisti, italiani e ucraini, impegnati in Ucraina, Italia, Russia, Georgia e Turchia, e gli interventi di giuristi e tecnici del diritto a sostegno dell’incriminazione di Vladimir Putin davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja.
9 Maggio. Manifestazioni di Radicali Italiani a Roma, Londra, Torino e Bologna in occasione della Festa dell’Europa: i militanti sventolano le bandiere dell’Unione Europea e dell’Ucraina, richiedendo alle istituzioni europee di accelerare le procedure di adesione di Kyiv alla UE.
25 Maggio. Sulla Gazzetta Ufficiale sono pubblicati due decreti del 9 maggio 2022 con cui il Presidente della Repubblica ha revocato “per indegnità” le onorificenze concesse al primo ministro russo Mikhail Mishustin, al ministro del Commercio e Industria russo Denis Manturov e ad altri due uomini di Putin (Viktor Evtukhov e Andrey Kostin). Massimiliano Iervolino, Igor Boni e Giulio Manfredi: È da due anni che richiediamo la revoca delle onorificenze ai russi. Finalmente qualcosa si muove; ne rimangono 26 da revocare.
30 Giugno. Dalla Cecenia all’Ucraina, 20 anni di crimini impuniti. Si è tenuta nella sede di Radicali Italiani una Conferenza stampa con Akhmed Zakayev, primo ministro in esilio della Repubblica cecena d’Ichkeria, che ha pubblicamente sottoscritto, come primo firmatario, l’appello “Putin all’Aja”.
27 Ottobre. Bombardiamo la Russia di Putin! Presentazione dell’azione radicale nonviolenta per invitare i russi alla diserzione attraverso l’invio di oltre un milione di mail, recuperate nel Dark Web.
Novembre. Igor Boni pubblica il libro «L’Italia e l’Europa alla canna del gas. Energia, armi, propaganda. Il ricatto di Putin e le risposte dei Radicali» (Reality Book), con la prefazione di Anna Zafesova, che ricostruisce le vicende che in un ventennio hanno portato l’Italia e parte dell’Europa a legarsi al cappio putiniano e di come i soli Radicali abbiamo tentato di evitarlo.
2023
12 Febbraio. Durante il Festival della Canzone italiana, manifestazione Radicale a Sanremo per e con la comunità ucraina, contro la Russia del dittatore Putin e contro la scelta vergognosa della Rai che ha impedito al presidente Zelensky di intervenire e raggiungere milioni di persone.
24 Febbraio. I Radicali con l’Associazione Cristiana Ucraini in Italia promuove una grande manifestazione nazionale a un anno dall’invasione su larga scala. Si svolge a Roma a poche centinaia di metri dalla ambasciata russa e si intitola Una luce per l’Ucraina.
Marzo. Radicali Italiani consegna al Ministero della Giustizia le circa 10.000 firme raccolte sull’appello “Putin all’Aja”, una settimana dopo Il Presidente della Corte Penale Internazionale Piotr Hofmański annuncia il mandato di arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova.
22-26 Aprile. Tutta la dirigenza di Radicali Italiani si reca a Kyiv in occasione del 25 aprile. Incontri istituzionali al Ministero degli esteri, con parlamentari di maggioranza e opposizione, con accademici, con ONG che si occupano di crimini di guerra e ricostruzione, con il console ceceno in Ucraina ed esponenti della società civile e dell’informazione. La delegazione visita i luoghi dei massacri a Irpin e Borodjanka. Un grande successo in Ucraina con pochi riscontri sui giornali italiani.
24 Maggio. Conferenza stampa nella sede di Radicali Italiani per chiedere la revoca dell’onorificenza italiana a Dmitri Peskov, portavoce di Putin. Con Massimiliano Iervolino ci sono il parlamentare ucraino Sergei Alekseev, co-presidente del gruppo interparlamentare italo-ucraino da 9 anni, e Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione Cristiana Ucraini in Italia.
25 Agosto. A Roma per la giornata dell’indipendenza dell’Ucraina manifestazione con migliaia di persone contro la criminale invasione di Putin e il rischio dell’oblio.
6 Ottobre. A Bruxelles il Presidente di Radicali Italiani Igor Boni partecipa al congresso europeo degli esuli ceceni alla presenza di Akhmed Zakayev, primo ministro in esilio della Repubblica cecena d’Ichkeria, ribadendo la necessità di vedere processato Vladimir Putin.
7 Ottobre. In occasione del compleanno di Vladimir Putin, Radicali Italiani manifesta davanti alla Corte Penale Internazionale per chiedere che emetta altre incriminazioni nei confronti di Putin e degli altri elementi della sua banda criminale e terrorista.
2024
21 Gennaio. Basta propaganda russa! A Modena risposta di piazza organizzata dai Radicali contro la propaganda del Cremlino. Sono presenti migliaia di persone.
Marzo. Silvja Manzi e Igor Boni attuano uno sciopero della fame che dura 8 giorni per chiedere la revoca delle onorificenze agli amici del Cremlino, a partire da Dmitri Peskov, portavoce di Putin, e dall’ambasciatore russo in Italia Aleksej Paramonov. In seguito all’azione dei Radicali Benedetto Della Vedova presenta una interrogazione alla Presidente del Consiglio.
17 Marzo. Scorta Nonviolenta per i Russi che vogliono votare presso i consolati in Italia. I dissidenti e gli oppositori in Russia votano tutti insieme alle ore 12, per dare un segnale forte al regime nazifascista russo. In Italia chi vorrà votare usufruisce della “Scorta nonviolenta” di Europa Radicale per garantire il massimo della sicurezza di chi deciderà di esprimere il proprio dissenso in questo modo. Militanti radicali accompagnano i votanti nei Consolati della Federazione Russa di Roma, Milano, Genova e Palermo.
25-29 Ottobre. Missione in Georgia di Silvja Manzi, Chiara Squarcione, Francesco Iannuzzi e Igor Boni in concomitanza del voto per sostenere l’opposizione filoeuropea e antiputiniana. I brogli consegnano il Paese ai filorussi di Sogno Georgiano. I radicali manifestano in piazza insieme a decine di migliaia di cittadini e con la presidente Salomé Zourabichvili. Lo striscione Georgia is not Russia! Finisce su gran parte degli organi di informazione georgiani e internazionali, comprese le TV russe dove i 4 radicali sono definiti “provocatori ucraini”.
26 Ottobre. Tbilisi, Georgia. La Russia dista 90 km in linea d’aria, Grozny dista meno di 200 km. I Radicali in missione in Georgia depositano 3 rose rosse per Antonio Russo accanto alla finestra del suo ultimo appartamento. Antonio Russo 24 anni prima aveva raccolto le prove dei crimini di guerra di Putin in Cecenia e per questo fu torturato e ucciso.
18 Novembre. 1000 giorni dall’inizio della invasione su larga scala della Russia in Ucraina. Europa Radicale promuove e partecipa a manifestazioni a Roma, Milano, Torino, Berlino e Londra.
2025
Gennaio-Aprile. In molte città i filorussi tentano di promuovere eventi di propaganda illegali, a norma del Regolamento UE 2022/350 che vieta esplicitamente la promozione, trasmissione e pubblicità dei contenuti propagandisti del Cremlino. Da Bologna a Torino, da Tortona a Genova, da La Spezia a Udine, i Radicali intervengono denunciando alle autorità e alla informazione tali azioni.
Nella notte del 18 febbraio il sito di Europa Radicale viene attaccato in cinque momenti diversi da hacker russi.
1° Marzo. Europa Radicale partecipa alla grande manifestazione di Berlino organizzata dai dissidenti e dagli oppositori del regime di Mosca con lo striscione No Putin No Trump. Wake up Europe!
Il 5 Aprile, mentre è in corso a Roma la manifestazione pacifista voluta da Giuseppe Conte, Europa Radicale pubblica il dossier che inchioda il Movimento 5 Stelle alle complicità con la Russia di Putin.
9 Maggio. L’Europa rinasce a Kyiv. Europa Radicale promuove e organizza una grande manifestazione di cittadini europei nel cuore dell’Europa, che ora batte in Ucraina. È il primo evento pubblico di piazza organizzato da Europei nella capitale ucraina in guerra.
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