Boni, Manfredi e Manzi: Sui crimini russi la Corte Penale Internazionale percorre a ritroso la catena di comando del Cremlino. Non si fermi: il prossimo anello è Putin.
In tema di crimini di guerra e contro l’umanità vale il principio del “meglio tardi che mai” – affermano i tre storici esponenti Radicali Igor Boni, Giulio Manfredi e Silvja Manzi -. Solo nel marzo di quest’anno, dopo due anni dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, la Corte Penale Internazionale dell’Aia (CPI) aveva emesso due mandati di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità nei confronti di due alti ufficiali delle forze armate russe: il tenente generale Sergej Ivanovič Kobylash e l’ammiraglio Viktor Nikolaevič Sokolov, all’epoca dei fatti comandanti rispettivamente delle forze aerospaziali e della flotta del Mar Nero. I due militari russi avevano diretto la campagna di bombardamenti indiscriminati sferrati contro le infrastrutture civili dell’Ucraina nel periodo compreso tra il 10 ottobre 2022 e il 9 marzo 2023.
La CPI ha risalito la catena di comando russa e oggi, 25 giugno 2024, ha incriminato per crimini di guerra e contro l’umanità l’ex ministro della Difesa Serghei Shoigu e il capo di Stato maggiore Valery Gerasimov.
Crediamo che la CPI non debba fermarsi e debba arrivare al vertice della catena di comando russa, al comandante supremo delle Forze Armate e anche, da un anno, dei mercenari dell’ex Gruppo Wagner: Vladimir Putin.
Ricordiamo che, a oggi, Putin è stato incriminato dalla CPI “solo” per il crimine di “deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia”. Deve essere incriminato anche, almeno, per gli stessi reati contestati ai suoi ministri e ai suoi generali, essendo colui da cui è partita la decisione di aggredire su larga scala l’Ucraina. Vale al riguardo il precedente di Slobodan Milošević per le guerre di aggressione della Serbia a Slovenia, Croazia, Bosnia e Kosovo.
Infine – concludono i tre esponenti Radicali – esprimiamo solidarietà ai media europei, e italiani in particolare, colpiti oggi dalle sanzioni russe, sperando che questo ennesimo atto di guerra ibrida faccia finalmente aprire gli occhi a coloro che ancora dipingono Putin quale vittima di un complotto delle democrazie occidentali.