Nota di Giulio Manfredi e Igor Boni:
L’ambasciatore russo Aleksej Paramonov è stato convocato oggi alla Farnesina, dopo le vergognose dichiarazioni di ieri della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. La prima cosa che il ministro Tajani dovrebbe fare è richiedere seduta stante a Paramonov la restituzione delle due onorificenze della Repubblica Italiana che gli hanno assegnato i governi Conte I e Conte II (rispettivamente il 27/12/2018 quella di “Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana” e il 9/12/2020 quella di “Commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia”). Una restituzione dovuta non solo per gli attacchi della Zakharova all’Italia (prima di quello di ieri ce n’erano stati altri direttamente contro il presidente Mattarella) ma anche per le continue e reiterate esternazioni di Paramonov contro i governi italiani, dal 2020 ad oggi.
E Paramonov non è il solo uomo di Putin ad essere stato decorato dai nostri ambasciatori a Mosca. Abbiamo rintracciato ben 33 onorificenze concesse dai governi italiani, dal 2014 (prima violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina da parte della Russia) a fine 2021. Dopo le nostre denunce e dopo la seconda aggressione della Russia, nel 2022 il governo Draghi revoco’ 14 onorificenze. Cosa aspetta il governo Meloni a revocarle tutte?
Infine, non possiamo non rimarcare sia il silenzio dei 5 Stelle dopo le parole della Zakharova sia che purtroppo Matteo Salvini non sia rimasto zitto ma abbia approfittato anche della tragedia di ieri per dare sostanzialmente ragione alla Zakharova (“non possiamo andare avanti per altri 50 anni a mandare soldi e armi all’Ucraina. Questo è fuori dubbio.”). D’altronde, Salvini continua a rispettare l’accordo di collaborazione politica con il partito di Putin, Russia Unita, da lui firmato a Mosca nel 2017 e mai disdetto. E si vede!
