Domani, mercoledì 6 marzo, alle ore 12.30, in Piazza Castello a Torino di fronte agli uffici della Prefettura, conferenza stampa di Igor Boni e Silvja Manzi, dal 27 febbraio in sciopero della fame per la revoca delle onorificenze italiane ai gerarchi del Cremlino.
«Il 6 marzo 2017 Matteo Salvini, nelle vesti di segretario della “Lega Nord”, e Sergei Zheleznyak, in quelle di segretario di “Russia Unita”, il partito di Vladimir Putin, sottoscrivevano un accordo di cooperazione, rinnovato il 6 marzo 2022 (dieci giorni dopo la seconda aggressione della Russia all’Ucraina) fino al 6 marzo 2027. L’accordo è tuttora vigente – affermano i due esponenti Radicali Igor Boni e Silvja Manzi, al 7° giorno di sciopero della fame – e non risulta che Salvini abbia fatto alcunché per revocarlo; un fatto politico e non burocratico che alla luce delle efferatezze commesse quotidianamente, da oltre due anni, dall’esercito di Putin nel cuore dell’Europa sembra incredibile.
Come è incredibile – proseguono i due esponenti Radicali – che non siano state ancora revocate le onorificenze italiane incautamente concesse agli uomini del regime di Putin.
Per questo abbiamo avviato un’iniziativa nonviolenta di dialogo con il Governo e domani, alle 12.30 proprio di fronte alla Prefettura di Torino, racconteremo gli sviluppi di queste ultime ore.»
Con Boni e Manzi si sono uniti allo sciopero della fame decine di cittadini italiani, ucraini e russi; nella giornata di oggi: Beatrice Pizzini, Max Titarenko, Umberto Adami, Sara Levi Sacerdotti, Gian Piero Buscaglia, Olenka Nazarenko, Federica Troni, Oreste Gallo, Filippo Ceragioli e Francesco Nocco.