Gli esponenti radicali Igor Boni e Silvja Manzi dalla mezzanotte del 27 febbraio in sciopero della fame per chiedere al Governo la revoca dell’onorificenza al portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov

«Non si possono che ammirare le migliaia di coraggiosi cittadini russi che ieri sono accorsi per dare l’ultimo saluto ad Alexei Navalny, sapendo di rischiare schedature, intimidazioni e arresti arbitrari. – Così in una nota i Radicali Igor Boni e Silvja Manzi – Nonostante le minacce di ripercussioni del portavoce di Putin, durante la cerimonia funebre si sono levati cori contro il regime. Il mondo ha visto che un’altra Russia esiste, che una Russia, diversa da quella propalata dall’imperialismo di Putin, è possibile. Occorre quindi sostenere i russi che anelano vivere in una democrazia con fatti concreti e far sentire loro che non sono soli. Noi chiediamo che il nostro Governo revochi per “indegnità” l’onorificenza al portavoce del Presidente della Russia che dal 2017 è Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Peskov è quello che due giorni fa ha minacciato la guerra globale se soldati della NATO difendessero l’Ucraina. Per questo – concludono i due Radicali – siamo in sciopero della fame, un’iniziativa nonviolenta di dialogo con il presidente Meloni, con altre decine di cittadini italiani, ucraini e russi. Oggi ci accompagnano Francesco Aglieri Rinella, Valentina Cosimati, Paola Cossu, Nikolay Khramov, Giancarlo Liuzza, Olenka Nazarenko, Beatrice Pizzini, Max Titarenko

Foto Alexei Navalny