Radicali al 3° giorno di sciopero della fame per il ritiro della onorificenza a Peskov, che oggi minaccia i partecipanti al funerale di Navalny

Oggi Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin e della Federazione Russa, che si fregia di una delle massime onorificenze italiane, ha dichiarato: “Qualsiasi manifestazione non autorizzata sarà una violazione della legge. Di conseguenza, coloro che vi prenderanno parte saranno ritenuti responsabili in conformità alla legge in vigore. Il Cremlino non ha niente da dire alla famiglia di Navalny il giorno del suo funerale”.

Da tre giorni gli esponenti radicali Igor Boni e Silvja Manzi hanno intrapreso un’iniziativa nonviolenta di dialogo con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché attivi la procedura di revoca dell’onorificenza a Peskov e agli altri gerarchi del Cremlino.

«Mentre migliaia di persone danno l’ultimo saluto ad Alexej Navalny, Dmitry Peskov, Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, dimostra nuovamente quello che è: un complice dei crimini che si compiono ogni giorno in Ucraina e in Russia di cui il Cremlino è unico responsabile. – Dichiarano i due esponenti radicali Boni e Manzi – Come è ammissibile e possibile che il nostro Paese continui a non revocare “per indegnità” l’onorificenza a costui? Come è possibile che Giorgia Meloni non attivi le procedure per ottenere la revoca? Lo chiediamo e continueremo a chiederlo con la nostra azione nonviolenta di dialogo.
Il regime di Mosca proprio oggi dimostra di nuovo la sua faccia, negando il visto ai parlamentari Benedetto Della Vedova, Lia Quartapelle e Ivan Scalfarotto che avevano chiesto di partecipare ai funerali; minacciando ritorsioni e identificando le persone che vi partecipano.
Non togliere le onorificenze ai gerarchi amici di Putin dimostra al mondo l’ambiguità del nostro Paese e a Putin quanto l’Italia sia l’anello debole delle democrazie europee.
Un grazie a tutti i cittadini italiani, ucraini e russi che giorno dopo giorno ci affiancano in questa battaglia. Da segnalare, tra gli altri, lo sciopero della fame di Nikolay Khramov che dalla Russia e da sempre lotta per la democrazia e la libertà insieme a noi.»

Insieme a Boni e Manzi sono oggi in sciopero della fame altri 10 militanti nonviolenti: Nataliya Basarab, Claudio Bragaglia, Norberto Capriolo, Nikolay Khramov, Tatiana Litvinova, Giancarlo Liuzza, Gulnara Muklametchina, Olenka Nazarenko, Alfredo Nazzaro, Beatrice Pizzini.

Foto tratta da Lo Spiffero