Sabato 9 novembre il quotidiano La Stampa ha pubblicato i dati del dossier Altra Velocità. Tutti i numeri del tracollo di Trenitalia, per gentile concessione dell’autrice Chiara Calore.
Il dossier prende in esame tutte le tratte dei treni di Trenitalia per tutto il mese di ottobre. Si tratta del primo studio fatto sulla totalità dei treni in un arco temporale consistente. Ebbene, il quadro che ne emerge è a dir poco sconfortante: su 7.931 treni analizzati, 6.159 hanno accumulato ritardi, il 78%. In totale si tratta di 112.894 minuti, oltre 1.881 ore, oltre due mesi e mezzo di ritardi. Alcuni treni hanno medie di ritardo, nel mese di ottobre, superiore a 40 minuti. Altri, nel mese preso in esame, non sono mai arrivati in orario.

Trenitalia, rispondendo all’articolo in questione, riferisce che “nel periodo 1° gennaio – 20 ottobre 2024 il 73% delle Frecce di Trenitalia è arrivato in orario o entro i 10 minuti dall’orario previsto”.
Considerando dunque il periodo preso in esame dal dossier (1/31 ottobre) la suddivisione per minuti di ritardo risulta essere:

oltre 30 minuti: 13%
tra 10 e 30 minuti: 22%
tra 0 e 10 minuti: 43%
in orario: 22%

Nel dossier questi e altri numeri utili per approfondire la questione.

«Il Dossier ALTRA VELOCITÀ smaschera senza ombra di dubbio una situazione di degrado del trasporto ferroviario italiano, che non riguarda l’eccezione di un evento particolare, e chiunque abbia la ventura di viaggiare utilizzando la cosiddetta Alta Velocità ne è tristemente consapevole. Ed è un dato non solo allarmante ma inaccettabile per un paese del G7. – Questo il commento di Silvja Manzi e Igor Boni, esponenti di Europa Radicale – Da queste evidenze sorgono più domande al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, che ogni giorno ci allieta di ogni sua opinione sullo scibile umano, ma che a quanto pare non si sta occupando di quanto dovrebbe, cioè del proprio lavoro, e che, quando interpellato, si trincera dietro ridicole scuse, come incolpare i cantieri o attribuire a un chiodo il crollo del sistema ferroviario italiano.
Le domande, dunque, sono d’obbligo:
– È, il nostro Ministro, a conoscenza della situazione reale del sistema ferroviario?
– Sa, ad esempio, che in un solo mese i treni della cosiddetta alta velocità accumulano ritardi che, se sommati, raggiungono i due mesi e mezzo?
– Sa che vi sono tratte dove i ritardi medi (non di un giorno, ma quelli medi di un mese!) superano abbondantemente i 40 minuti e che molto spesso superano i 100 minuti?
– Conosce le differenze relativamente ai giorni della settimana che portano il mercoledì a essere un “mercoledì nero” per i treni, con 120 treni (11%) che accumulano ritardi maggiori di 60 minuti?
Il dossier – concludono i due esponenti radicali – fa emergere in tutta la sua gravità e dimensione il problema, sul quale occorrono provvedimenti e assunzioni di responsabilità, senza semplicemente scaricarle su altri. Vedremo, a fine anno, i tempi medi dell’intero trimestre per trarne conclusioni più approfondite.»

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