Per la seconda volta Francesco Merlo ha ospitato nella sua rubrica su “la Repubblica” una lettera di Giulio Manfredi sull’iniziativa radicale per la revoca di tutte le onorificenze agli uomini di Putin.
Solo una precisazione: tutti i governi Italiani fino a Draghi (escluso) hanno conferito quelle vergognose onorificenze (quella a Peskov è stata data nel 2017 dal governo Gentiloni).


Peskov è ancora commendatore d’ItaliaPosta e risposta di Francesco Merlo, «la Repubblica», 28 marzo 2024

Caro Merlo, leggo che Peskov (portavoce di Putin dal 2012) si è riferito a Zelensky così: “Beh, c’è un tipo particolare di ebreo laggiù” (fonte: The «Times of Israel»). È lo stesso Peskov insignito nel 2017 dell’onorificenza di “Commendatore al Merito” che purtroppo Meloni non ha ancora revocato “per indegnità”. Mattarella, su iniziativa del governo Draghi, nel 2022 ne revocò 14. Ne rimangono altre 16. Se non ora, quando?
Giulio Manfredi

Lei periodicamente ci ricorda le vergognose onorificenze che, elargite dai governi Conte 1 e Conte 2, ancora decorano gli aggressori dell’Ucraina. Ritirarle è difficile perché l’Italia filorussa è più forte e spavalda. Ma trattandosi di una guerra d’aggressione da cui l’umanità sta uscendo abbrutita e depravata non bisogna arrendersi. Sarebbe giusto non solo toglierle ai putiniani, ma darle, sia pure alla memoria, agli eroi come Navalny. Le ho già detto che sarebbe, caro Manfredi, la sola maniera di dimostrare, innanzitutto a noi stessi, che le medaglie dell’Italia non sono patacche.
Francesco Merlo

Immagine di home page tratta da «la Repubblica»