Sono passati 21 anni dalla Sentenza Torreggiani che condannava l’Italia per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, a causa del sistematico sovraffollamento del sistema carcerario italiano.
Il 42° suicidio da inizio anno, avvenuto nella notte del 13 giugno alla Casa circondariale di Biella, visitata solo un mese fa dall’Associazione Nessuno Tocchi Caino, è la conferma di un sistema svilente per la persona, che non è in grado di rispondere in modo adeguato alle domande.

“Il detenuto che si è tolto la vita nella notte di giovedì al carcere di Biella è solo l’ennesima conferma di un sistema che non funziona, anche quando non c’è un problema di sovraffollamento e c’è un buon numero di educatori. La lentezza della macchina della giustizia, ad esempio, è un ulteriore elemento di stress per detenuti che potrebbero usufruire delle misure alternative o che sono in fase di scarcerazione. – Così in una nota Federica Valcauda e Silvja Manzi – Il Consiglio d’Europa ci sollecita a intervenire subito, e la proposta di legge Giachetti dovrebbe essere l’occasione per affrontare pragmaticamente la questione mentre viene avversata. Siamo certe – concludo le due esponenti radicali – che basterebbe applicare norme che già ci sono: per molti reati non è necessario entrare in carcere, ma si possono applicare da subito le misure alternative, perché non viene fatto?”

Sabato alle ore 16:30 si terrà proprio a Biella una manifestazione, organizzata dal Tavolo Carcere di Biella, con l’adesione della Conferenza dei Garanti Territoriali delle persone Private della Libertà, la Camera Penale Locale e l’Associazione Antigone.