“Nulla di nuovo dato che Pichetto nel 2016 inaugurò il centro di rappresentanza farlocco di Donetsk a Torino”.

Lettera aperta di Igor Boni, coordinatore di Europa Radicale e autore del libro “L’Italia e l’Europa alla canna del gas” che lo stesso autore ha inviato oggi al Ministro con questa lettera di accompagnamento.

Egregio Signor Ministro,
nel terzo anniversario della guerra su larga scala lanciata dal criminale del Cremlino contro l’Ucraina, contro l’Europa, le faccio omaggio di un libro che ho scritto e pubblicato alla fine del 2022. Si tratta di un resoconto di quanto i Radicali hanno detto, proposto e fatto durante l’ultimo quarto di secolo, per far aprire gli occhi ben chiusi a una Europa e a un’Italia che hanno preferito non guardare i crimini di guerra di Putin in Cecenia, in Georgia, in Siria, in Africa e in Ucraina, in nome del gas e degli affari. 
Abbiamo pre-visto tutto e abbiamo scritto e detto tutto quel che c’era da scrivere e dire. Eppure i Governi europei fino al 24 febbraio del 2022 non hanno avuto orecchie per sentire e occhi per vedere. Poi è giunta la consapevolezza di cosa avesse significato per il nostro Paese e per la Germania essersi legati al collo il cappio dei gasdotti russi, utilizzati da decenni come ricatto nei confronti di chiunque fosse raggiunto da quei tentacoli.
Oggi Lei ci dice che la “pace” (che io definisco profondamente inaccettabile, ingiusta e soprattutto falsa) di Putin e di Trump potrebbe farci riaprire i rubinetti con Mosca. Una scelta scellerata, cieca, che ripeterebbe errori clamorosi del recente passato che hanno prefigurato la tragedia che abbiamo di fronte. Errori che sono stati complici di quel che è accaduto, che accade e accadrà. Significherebbe ridare ossigeno a un regime che ha utilizzato quei proventi per distruggere, letteralmente, decine di città ucraine, deportare bambini, stuprare donne, mutilare cadaveri, lasciare al buio e al gelo milioni di cittadini incolpevoli.
Sentire da Lei queste parole nel terzo anniversario di una guerra totalmente insensata – per la verità iniziata nel 2014 nel totale silenzio suo e di quasi tutti – che ha prodotto poco meno di un milione di morti, per esclusiva responsabilità del regime nazifascista russo, non solo fa male ma fa comprendere che le lezioni non servono anche quando sono lampanti, inequivoche, nette. 
Nulla di nuovo se penso che proprio Lei era presente all’inaugurazione, nel dicembre 2016, del centro di rappresentanza farlocco di Donetsk a Torino, in una iniziativa vergognosa che denunciammo quasi da soli.
Abbia l’umiltà di dare una scorsa a queste pagine: raccontano una storia di genuflessioni del nostro Paese e dell’Europa, che hanno dato aria, forza, energia alla guerra ibrida di Putin che, come previsto, si è tramutata in una guerra vera e propria all’Ucraina, all’Europa, alla democrazia, alla libertà, a tutti noi.
Buona lettura e, se davvero ha a cuore la pace, moltiplichi gli sforzi per arrivare a una pace giusta e non genuflessa a un dittatore criminale.