Chiara Squarcione e Federica Valcauda (Europa Radicale):
Da 68 giorni in Georgia si manifesta per la democrazia, per nuove elezioni politiche libere dai brogli ed intimidazioni del partito di regime, il filorusso Sogno Georgiano.
Da 68 giorni tale regime risponde alla richiesta nonviolenta delle piazze con la violenza dei suoi picchiatori e inasprendo le leggi sull’ordine pubblico: la durata massima della carcerazione preventiva passa da 15 a 60 giorni (peggio che i 30 giorni della Russia e i 25 della Bielorussia).
Di fronte a tutto questo, l’ambasciatore italiano a Tbilisi, Massimiliano D’Antuono, chiede ed ottiene udienza presso il ministro degli Esteri georgiano, Maka Bochorishvili, non per richiedere l’immediata liberazione degli esponenti dell’opposizione e della società civile ingiustamente incarcerati bensì per discutere “dei processi in corso nel paese, delle sfide nella regione e nel mondo, nonché delle relazioni tra Georgia e UE, delle prospettive future e dell’importanza della cooperazione con gli Stati membri dell’UE…” (dalla pagina social della nostra Ambasciata a Tbilisi).
L’Italia è l’unico Paese dell’UE ad avallare in questo modo vergognoso il regime georgiano; non bastava la vergogna di avere legittimato fino all’ultimo il regime criminale di Assad in Siria, e i due decenni di complicità col regime criminale di Putin, Ora rispolveriamo la nostra “realpolitik alla Tajani” in Georgia. L’Unione Europea, invece, sta reagendo a quello che i massimi esponenti europei definiscono ‘regime’, sospendendo il regime di esenzione dei visti a livello diplomatico. Questa misura colpirà soprattutto i membri del partito Sogno Georgiano.
Nel Parlamento italiano I partiti di opposizione hanno saputo creare un fronte comune sul “caso Almasri” (altra vergogna per l’Italia nell’intero orbe terracqueo); speriamo che anche su quello che accade in Georgia, con la complicità ed avallo del nostro ambasciatore, sappiano richiedere uniti al governo, al ministro degli Esteri, di venire in aula a riferire, nella consapevolezza che ormai, ancor più con l’avvento al potere di Trump, nulla e nessuno è lontano e irrilevante per le sorti della democrazia, sia in Georgia che in Italia.
Infine, stoicamente, rinnoviamo le richieste fatte nel dicembre scorso al governo italiano.
Chiediamo a Giorgia Meloni di prendere una posizione a sostegno della Georgia Democratica e di non riconoscere il nuovo governo, revocando eventuali accordi in atto, se non verranno svolte nuove elezioni.
Chiediamo ad Antonio Tajani di farsi portavoce in Europa (al Consiglio dell’Unione Europea) di un sostegno concreto ai democratici georgiani. E’ urgente attivarsi presso l’OCSE per aggiungere la Georgia alla lista dei Paesi in cui esiste la necessità di un monitoraggio rispetto alla trasparenza delle elezioni.