Europa Radicale è un luogo di riflessione ed elaborazione di iniziative politiche che abbiano l’ambizione di incidere nelle società, con il fine prioritario del rispetto o della conquista dei diritti umani negati, del rispetto dello Stato di diritto e della democrazia, del mantenimento o la conquista della libertà e dell’autodeterminazione in tutte le sue forme e della responsabilità individuale incardinata e fondata sull’equilibrio tra diritti e doveri. Nel solco tracciato dalla storia radicale in Italia, il nostro impegno è volto innanzitutto all’utilizzo di un metodo politico che è stato capace di costruire riforme che hanno modificato in profondità e in meglio il nostro Paese e non solo, e hanno costituito le basi per l’edificazione di un diritto internazionale che con maggiore efficacia possa garantire diritti e libertà di tutti i cittadini del mondo. Il metodo radicale si basa sulla nonviolenza, che rappresenta una vera e propria alternativa alla politica attuale.
Europa Radicale non è un partito e non ha alcuna ambizione di natura elettorale. Non si pone in concorrenza con alcun’altra organizzazione, tanto meno se proveniente dalla variegata schiera di associazioni e partiti che hanno avuto origine dalla cosiddetta “galassia radicale”. A noi pare necessario, anzi indispensabile, il contributo di tutti coloro che vivano le urgenze che sentiamo, con o senza una storia radicale alle spalle. Per questo auspichiamo che idee e persone diverse divengano protagoniste di questa sfida, riuscendo così a moltiplicare le energie e non, come è successo e succede, a frammentarle e a ridurle all’impotenza.
Il pensiero e l’agire radicali, pur partendo dalle solide basi del passato, devono essere ripensati e aggiornati in funzione del nuovo panorama politico italiano e internazionale: lo richiedono imperiosamente le trasformazioni profondissime che sono avvenute e stanno avvenendo. Vogliamo rifuggire il conformismo, continuando a cercare leve politiche da utilizzare per innescare cambiamenti di natura liberale e per conquistare nuovi tasselli alla democrazia, in Italia, in Europa, ovunque nel mondo. Vogliamo essere alternativa laica, con la laicità declinata come pilastro politico con cui affrontare ogni argomento, ogni problematica, di natura nazionale o internazionale. Economia e ambiente, lavoro e welfare, energia e cambiamenti climatici, giustizia e carceri, libertà di scelta e doveri, partecipazione e conoscenza, sono solo alcuni degli esempi di temi che non possono essere affrontati singolarmente – o da ogni singolo Stato separatamente – ma rappresentano un contesto comune e connesso sul quale agire, in particolar modo a livello europeo.
Il panorama internazionale è sconvolto da conflitti e profonde crisi sociali e politiche che stanno attraversando non solo l’Europa, ma globalmente mettono in crisi i principi su cui si fondano le liberaldemocrazie e le socialdemocrazie, per come fino a oggi le abbiamo conosciute. L’alleanza tra le dittature e le autocrazie di varia natura, colore, ideologia e religione politica è un dato di fatto che deve essere affrontato se non vogliamo giungere alla fine dell’Occidente per come lo abbiamo conosciuto.
La crisi, anche di legittimità, delle Istituzioni internazionali, prima tra tutte l’Organizzazione delle Nazioni Unite, è un fatto. Una Organizzazione la cui debolezza è sancita in modo eclatante da decisioni inaccettabili, come l’assegnazione di ruoli cruciali sui diritti fondamentali a Stati totalitari (leggi Iran) che violentano e sfruttano le popolazioni o come la presidenza del Consiglio di sicurezza consegnato nelle mani di Stati che utilizzano la guerra di invasione e i crimini di guerra come strumenti di conquista (leggi Federazione Russa).
Quello che è in gioco – a noi pare chiaro – è il rischio del costituirsi di un nuovo “Regime transnazionale” autoritario, di una “Fortezza Europa” che in nome del feticcio della “sicurezza” calpesti i diritti inviolabili della persona, se non addirittura di un nuovo conflitto mondiale che veda soccombere il diritto, i diritti, la libertà, la laicità, la democrazia, lo Stato di diritto; una sorta di catastrofe definitiva che mai come oggi pare concreta e possibile e che dobbiamo scongiurare dando rinnovata linfa e nuove speranze alle Istituzioni democratiche.
L’intuizione pannelliana – mai concretamente incardinata – dell’“Organizzazione mondiale della democrazia e delle democrazie” è una delle risposte al “caos organizzato”, tutta da progettare. L’iniziativa spinelliana per gli “Stati Uniti d’Europa” – la cui costruzione è in prospettiva condizione primaria per la tutela della democrazia liberale anche in Italia – è oggi la lotta centrale e decisiva entro la quale debbono essere inquadrate le lotte che da sempre nel nostro Paese i radicali conducono per difendere e promuovere i diritti della persona, tutelati dalla supremazia della legge, e che intendono continuare a condurre per far crescere e prosperare la democrazia liberale. Vogliamo essere un motore di elaborazione e di iniziativa politica per contribuire a un grande progetto europeo che – come fu per la moratoria sulla pena di morte e la Corte Penale Internazionale – veda l’Italia farsi promotrice e garante dell’impegno dei Governi europei per la concretizzazione del progetto federalista. In tale ottica i Rapporti di Enrico Letta (“Much more than a market”) e Mario Draghi (“Il futuro della competitività europea” [Parte A] [Parte B]) rappresentano concreti strumenti di lavoro da mettere in pratica e attuare, e non capitoli di un evanescente Libro dei Sogni.
A livello nazionale ed europeo, vogliamo costruire una alternativa allo scontro senza precedenti in atto, che non ha nulla a che vedere con la contrapposizione tra una visione democratico-progressista e una liberal-conservatrice. Sono due opposti populismi a confrontarsi: il populismo sovranista-nazional-autoritario da un lato, sostenuto da coloro che propugnano una difesa ferrea della sovranità nazionale e politiche autoritarie come risposta alle sfide globali, mentre dall’altro si agita una demagogia manettara con leader che promettono soluzioni semplicistiche e populiste a problemi complessi. Populismi che sono pronti ad accordarsi se non ad allearsi con i peggiori dittatori guerrafondai e che non perdono occasione per dimostrare il loro sostegno ad autocrazie, contro la democrazia e le democrazie europee.
La mancanza di un disegno complessivo di governo contraddistingue ormai tutte le forze politiche, tanto da essere divenuta una caratteristica di fondo della vita italiana, con esiti di degrado che sono sotto gli occhi di tutti. Crediamo che l’iniziativa transnazionale e il tentativo di costruzione di una formazione politica transnazionale siano stati tra i progetti più lungimiranti di Marco Pannella, pur nelle difficoltà e negli insuccessi. È in un contesto transnazionale che devono vivere le singole battaglie che, pur di rilevante importanza in sé, sono rimaste negli ultimi anni “settoriali”, circoscritte a una questione o a un tema o a un ambito sociale, perdendo il disegno politico di insieme, che non è più esistito come tale. Vogliamo recuperare l’alterità radicale, l’originalità dell’analisi, non soggiacendo al “senso comune” politico, ma neppure a riflessi consolidati, definendo nuovi obiettivi chiave, tali da poter sperare di raccogliere su di essi consensi così consistenti da rendere non irragionevole la possibilità di successo (occorre puntare sul possibile, senza rassegnarsi al probabile).
Non abbiamo alternativa: perché la minoranza radicale abbia un senso occorre ritrovare la capacità di ingaggiare lotte nonviolente che esprimano e incarnino grandi idee e progetti.