Europa Radicale esprime forte preoccupazione per la fumata nera della seduta comune del Parlamento, che ha visto l’ennesimo fallimento nell’elezione di quattro giudici costituzionali, determinando una situazione di stallo che compromette il corretto funzionamento della Corte costituzionale. In particolare, il rischio di non riuscire a ricostituire il plenum della Consulta prima della riunione di lunedì prossimo, che vedrà la Corte impegnata nell’esame dell’ammissibilità dei referendum, è un segnale preoccupante per la stabilità istituzionale del nostro Paese e configura una violazione della legalità da parte delle Istituzioni.
L’elezione dei giudici costituzionali, che è uno dei compiti fondamentali del Parlamento, non può diventare preda di dinamiche partitocratiche tra maggioranza e opposizione. La richiesta della maggioranza dei tre quinti dei componenti dell’assemblea per garantire un’elezione legittima dei membri della Corte è, senza dubbio, un ostacolo che rende necessaria una condivisione di intenti tra le forze politiche. Tuttavia, questa situazione di stallo si e’ trasformata in un pericoloso impasse che mina la credibilità delle istituzioni, mettendo a rischio non solo la correttezza della composizione della Corte, ma anche il rispetto dei tempi previsti dalla Costituzione per il suo funzionamento” dicono Igor Boni e Chiara Squarcione di Europa Radicale.
“La vicenda delle nomine dei giudici costituzionali non è solo una questione tecnica, ma una questione politica di primaria importanza. L’incapacità di raggiungere un accordo trasversale sull’elezione dei membri della Consulta dimostra una volta di più il degrado della politica italiana, in cui la ricerca di soluzioni condivise lascia il passo al prevalere degli interessi di parte, spesso ignorando l’interesse collettivo e la centralità delle istituzioni” proseguono Boni e Squarcione.
Europa Radicale ritiene che il Parlamento debba superare questo stallo e procedere con una rapida soluzione che garantisca l’indipendenza e la competenza dei giudici costituzionali, senza cedere a logiche di partito che rischiano di compromettere l’equilibrio della Corte stessa.
In questo contesto, facciamo appello alle forze politiche affinché abbandonino le logiche della “resa dei conti” e pongano l’interesse nazionale e la stabilità istituzionale al di sopra delle singole esigenze di parte. Non è più accettabile che la politica giochi con la credibilità delle istituzioni, in particolare quelle che hanno il compito di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini e l’equilibrio costituzionale”.