In vista della votazione di oggi, 16 ottobre, nelle Commissioni AFET e DEVE del Parlamento europeo sulla rosa dei finalisti del Premio Sakharov per la libertà di pensiero, l’Associazione Radicale Certi Diritti ed Europa Radicale lanciano un appello forte e urgente: sostenere la candidatura del Budapest Pride è oggi un gesto politico necessario per difendere la libertà in Europa.

“La criminalizzazione del Budapest Pride da parte del governo Orbán è un attacco diretto e consapevole alle libertà civili”, dichiarano Claudio Uberti e Nicola Bertoglio, di Certi Diritti.

“Quando uno Stato vieta il Pride, non sta solo reprimendo una manifestazione: sta colpendo l’identità, la visibilità, la stessa possibilità di esistere delle persone LGBT+. Il Parlamento europeo non può restare in silenzio. Votare per il Budapest Pride significa stare dalla parte della libertà”.
Anche Chiara Squarcione e Federica Valcauda, di Europa Radicale, sottolineano la gravità della situazione in Ungheria. 

“La censura del Pride, giustificata con il pretesto della ‘protezione dei minori’, è un abuso che va denunciato in ogni sede. Nessun bambino è minacciato da chi chiede pari diritti, ma tutta la società è in pericolo quando le libertà fondamentali vengono sospese. Il Pride ungherese è diventato, in questa edizione, il simbolo della resistenza civile e nonviolenta contro una deriva autoritaria che riguarda tutti noi”.
Il Budapest Pride 2025 è stato formalmente vietato dalle autorità con motivazioni strumentali. Nei giorni precedenti la marcia, è stato introdotto il riconoscimento facciale per identificare chi vi avrebbe partecipato con minacce di denunce e multe: misure intimidatorie del tutto contrarie allo stato di diritto e ai diritti democratici, fondanti la Comunità Europea. Nonostante ciò, migliaia di persone sono scese in piazza sotto lo slogan “Let Pride March”, in un gesto di coraggio e disobbedienza civile che ha coinvolto cittadini, associazioni e rappresentanti istituzionali internazionali. Anche le nostre associazioni erano presenti, al fianco della comunità LGBT+ ungherese.

Premiare il Budapest Pride con il Premio Sakharov significherebbe riconoscere il valore di una battaglia portata avanti in condizioni di repressione, paura e intimidazione.

Vorrebbe dire affermare, con forza e coerenza, che l’Unione europea non resta inerte quando i suoi principi fondativi — la dignità, la libertà, l’uguaglianza — vengono calpestati all’interno dei propri confini. Sarebbe un messaggio chiaro anche verso l’opinione pubblica europea: l’Europa si schiera, senza ambiguità, dalla parte di chi resiste alla censura e alla violenza istituzionale.
In un momento storico segnato da chiusure nazionaliste, discriminazioni sistemiche e crescente repressione delle minoranze, il Parlamento europeo ha la possibilità di compiere una scelta politica netta. Ignorare questa candidatura significherebbe voltare le spalle a una battaglia che riguarda l’intera Unione.
Come Certi Diritti ed Europa Radicale, ci appelliamo alle Parlamentari e ai Parlamentari europei perché sostengano con convinzione la candidatura del Budapest Pride al Premio Sakharov. Non si tratta di un gesto simbolico, ma di un atto profondamente politico, capace di riaffermare l’identità dell’Unione europea come spazio di diritti, di libertà e di giustizia.