La fine della tragedia di Gaza passa dalla sconfitta nel mondo arabo-islamico della linea fondamentalista che vuole la soppressione di Israele e, parimenti in Israele, di chi con un progetto altrettanto fondamentalista ha come obiettivo una Palestina tutta israeliana. In questo contesto denunciamo il silenzio di Governi e opinioni pubbliche sulle esplicite indicazioni contenute nella Dichiarazione di New York di luglio (Nazioni Unite) dove è sottolineato anche dalla Lega Araba che il presupposto per la creazione dello Stato Palestinese è l’emarginazione di Hamas; dichiarazione alla quale sembra nessuno voglia dare attuazione e che ha invece un valore enorme, storico. Questa dovrebbe essere la linea della comunità internazionale e delle opinioni pubbliche democratiche che oggi unanimemente – e giustamente – condannano l’invasione di Gaza e il modo con cui il governo Netanyahu sta portando avanti una guerra che assume, oggi più che mai, i connotati di un’azione di punizione collettiva, una devastazione sistematica della popolazione civile, che non raggiungerà certo l’auspicata liberazione degli ostaggi. Il Governo israeliano è oggi parte del problema ed è per questo che crediamo utile sostenere l’opposizione a Netanyahu e al contempo dare forza e sostegno ai palestinesi di Gaza che lottano per liberarsi dalla feroce dittatura di Hamas” dichiarano Igor Boni e Federica Valcauda di Europa Radicale che aggiungono “I due contrapposti fondamentalismi, che si tengono in vita, sulla pelle dei civili di Gaza e di Israele, degli ostaggi e di tutti quelli che sperano nella stabilizzazione del Medio-Oriente, possono essere battuti con quella che abbiamo intitolato ‘Offensiva di pace’ (https://europaradicale.eu/offensiva-di-pace/) per chiedere che innanzitutto dalle democrazie liberali parta la richiesta di un reciproco riconoscimento che deve passare innanzitutto dalla sconfitta di chi vuole l’annientamento di Israele (Hamas) e quindi dalla fine di una guerra che ha come principali vittime le popolazioni civili. La risposta militare non è l’unico strumento per combattere il terrorismo: serve la lungimiranza di cogliere l’opportunità di una ‘Offensiva di Pace’ fondata su diritto, giustizia e riconoscimento reciproco, che è l’unico percorso che può condurre al riconoscimento dello stato palestinese. Il 12 settembre è stata votata una risoluzione ONU che ha recepito la Dichiarazione di New York, con 142 voti favorevoli, 10 contrari e 12 astenuti”.