“Il Regolamento europeo sulla libertà dei media (EMFA), entrato in vigore il 7 maggio 2024, si applicherà pienamente a partire da oggi, 8 agosto 2025. Tuttavia l’Italia non ha ancora adeguato la normativa che regola il servizio pubblico radiotelevisivo, in particolare quella che disciplina la RAI.
Un ritardo grave, in una Rai che non ha ancora nominato la nuova Presidente e una Commissione di Vigilanza bloccata da veti politici” commentano Giulio Manfredi e Federica Valcauda di Europa Radicale.

L’Unione Europea tramite questo regolamento impone agli Stati membri di garantire: nomine trasparenti e indipendenti ai vertici dei media pubblici; autonomia editoriale da qualsiasi ingerenza politica; pluralismo e imparzialità dell’informazione; finanziamenti stabili e liberi da condizionamenti governativi.

“La legge italiana sulla RAI non solo mantiene un meccanismo di nomina a forte trazione politica, ma consente all’esecutivo di esercitare un’influenza diretta e indiretta sulle scelte editoriali, sul CDA e sulle risorse economiche del servizio pubblico.
Il governo Meloni continua a ignorare le direttive europee sulla libertà dei media, rafforzando un controllo politico sulla RAI che l’European Media Freedom Act (EMFA) (Regolamento UE 2024/1083) intende invece smantellare. Questo è un attacco alla trasparenza, al pluralismo e alla democrazia” dichiarano Manfredi e Valcauda.

L’Italia, ora formalmente inadempiente, rischia una procedura d’infrazione se non provvederà entro breve tempo a riformare in modo strutturale la governance della RAI, allineandola agli standard europei.

“Chiediamo con urgenza: Una riforma della legge RAI che separi realmente l’informazione pubblica dal potere politico; Nomine trasparenti e meritocratiche, basate su competenze e indipendenza; Garanzie di pluralismo reale e finanziamenti protetti da logiche di ricatto o taglio punitivo. La lottizzazione della Rai causa l’abbassamento di qualità del servizio pubblico con conseguente fuga degli utenti (915.000 negli ultimi cinque anni) secondo i dati di Agcom.
Infine, stoicamente, rinnoviamo la nostra richiesta ai vertici RAI affinché dedichino uno “speciale” in prima serata alla condizione intollerabile (ma tollerata) delle carceri italiane, sia di chi in carcere e’ recluso sia di chi in carcere opera e lavora” concludono Manfredi e Valcauda.