Oggi un gruppo di 4 membri di ‘Europa Radicale’ è arrivato a Tbilisi, in Georgia, per sostenere l’opposizione filo-europea e anti-Putin.
Questa mattina hanno sostato in raccoglimento davanti alla casa dove visse Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale, brutalmente assassinato nell’ottobre 2000 a Tbilisi per aver documentato i crimini di guerra russi in Cecenia.

«Siamo qui per continuare la sua lotta per la verità, una missione a cui Antonio si è dedicato fino alla fine. Con noi c’è il radicale storico Mamuka Tsagareli – raccontano gli esponenti di Europa Radicale Igor Boni, Francesco Iannuzzi, Silvja Manzi e Chiara Squarcione da ieri nella capitale georgiana. – Ci siamo recati anche ad alcuni seggi elettorali della città per vedere come si svolgono le operazioni di voto. In molte situazioni l’offerta di denaro per votare il partito filo-russo Sogno Georgiano è una realtà, così come le immagini che stanno girando sul web con pile di schede pre-votate inserite a forza nelle urne.

Stasera saremo in piazza, davanti al Parlamento, con l’opposizione, per far sentire loro il nostro sostegno europeo, democratico e basato sulla libertà.

Qui vediamo bandiere dell’Unione Europea e dell’Ucraina ovunque, un segnale inequivocabile di un desiderio di una rottura definitiva con il giogo di Mosca. Lo abbiamo affermato dall’Italia e lo riaffermiamo a Tbilisi.
Stasera saremo alla manifestazione davanti al Parlamento e nelle piazze, esponendo il nostro striscione “LA GEORGIA NON È LA RUSSIA”. Onoreremo il nostro compagno radicale Antonio Russo, torturato e ucciso dai servizi segreti di Mosca il 16 ottobre 2000, a pochi chilometri da Tbilisi, per aver raccolto prove dei crimini di guerra russi in Cecenia. E ciò che è accaduto e sta accadendo in Ucraina potrebbe accadere anche in Georgia se l’UE e la comunità internazionale – concludono gli esponenti di Europa Radicale – non sosterranno con forza le aspirazioni europee del Paese contro la propaganda del partito filo-russo Sogno Georgiano.»