Giulio Manfredi e Dino Rinoldi (Europa Radicale):
Ricapitolando: il Ministro della giustizia Nordio dimentica in un cassetto il progetto di Codice dei crimini internazionali elaborato dalla Commissione Palazzo/Pocar per dare attuazione alla collaborazione italiana con la Corte penale internazionale (CPI).
Ancora il Ministro Nordio dimentica di occuparsi del caso al-Masri, benché arrestato dalla polizia italiana su mandato della CPI, accampando tra l’altro questioni di comprensione linguistica della documentazione internazionale.
Sempre il Ministro Nordio dimentica di dar corso alla procedura di applicazione del mandato d’arresto adottato dalla CPI nei confronti di Vladimir Putin e di altri cinque esponenti del regime russo.
Il Ministro degli affari esteri Tajani, invece, si attiva per sostenere, sulla base di un fantomatico parere di esperti, che Capi di Stato o di Governo esteri (Putin e Netanyahu nel caso) oggetto di mandato d’arresto della CPI godono di immunità finché in carica. E ignora che gli articoli 27 e 98 dello Statuto di Roma istitutivo della CPI impediscono agli Stati membri della Corte di considerare applicabile sul proprio territorio siffatta immunità.
Forse il governo italiano vuole seguire la cattiva strada della Mongolia, che ha ospitato Putin senza arrestarlo, pur aderendo alla CPI? Almeno Orban ospita con tutti gli onori Netanyahu ma, rendendosi conto di violare lo Statuto di Roma, dichiara il recesso dell’Ungheria da questo Trattato.
Insomma: Stato di diritto addio? Inutilità del diritto internazionale? O dobbiamo parlare, più esplicitamente, di aperta connivenza con Mosca? E’ Trump a fare da modello o, come spesso è accaduto in passato (ricordiamolo, festeggiando il 25 aprile), è l’Italia che continua a fare (cattiva) scuola a tutto il mondo?