Chiara Squarcione e Federica Valcauda (Europa Radicale):
Europa Radicale aderisce all’appello di Forum Droghe e delle numerose associazioni della società civile (https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/sulle-droghe-abbiamo-un-piano-il-governo-no/) per l’organizzazione di una contro-conferenza sulle droghe a novembre, in concomitanza con quella ufficiale indetta dal governo Meloni.
Ci permettiamo solo un’osservazione sul titolo dell’appello, che recita: “Sulle droghe abbiamo un piano. Il governo no”. Il piano del governo Meloni, in realtà, non è altro che il regime proibizionista vigente da sessant’anni. Nessuno dei governi che si sono succeduti in questo periodo ha mai messo in discussione questo regime, ma semplicemente lo ha aggiornato. Non a caso, l’eminenza grigia che da trent’anni supervisiona l’attuazione di questo piano proibizionista è sempre Alfredo Mantovano, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Chiara Squarcione, insieme a Laura Di Napoli dell’Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale, ha avviato il 10 maggio uno sciopero della fame ad oltranza a sostegno di quello intrapreso da Rita Bernardi il 23 aprile. L’iniziativa mira a rafforzare l’Appello di Nessuno tocchi Caino rivolto ai parlamentari, chiedendo un anno di riduzione della pena per tutti i detenuti e l’eliminazione dal Decreto-legge “Sicurezza” di tutte le disposizioni incostituzionali, in particolare quelle relative al nuovo reato di resistenza passiva nelle carceri e nei CPR, e alla nuova normativa sulle detenute madri.
La partecipazione di Europa Radicale a questa controconferenza vuole essere un momento di riflessione e di proposta politica in contrasto con una gestione delle politiche sulle droghe che non ha mai affrontato in maniera seria le problematiche sociali e sanitarie legate alla questione. Il nostro impegno è volto a ridiscutere le basi di un sistema che, invece di risolvere, perpetua l’inefficacia e l’ingiustizia. Continueremo a denunciare la continuità di un approccio proibizionista che non ha alcuna legittimazione scientifica e che, anzi, si traduce in danni irreparabili per le persone e la società nel suo complesso. È necessario un cambiamento radicale, che non si limiti a un aggiornamento dell’esistente, ma che investa in politiche di legalità, salute pubblica e rispetto dei diritti umani.