“Il DDL Nordio che sulle carceri dice di fare passi avanti in realtà non considera le leggi già esistenti, soprattutto per quanto riguarda le categorie ‘fragili’ come tossicodipendenti e persone che soffrono di disturbi psichici. Ripetiamo da anni che questa legge va rivista, in quanto criminogena: 1/3 dei detenuti è in carcere a causa della legge sulle droghe, è più del 70% per reati cannabis correlati. Un crimine senza vittima punito con la detenzione, mentre altri paesi europei come la Germania stanno legalizzando. Modificando questa legge avremmo già dei risultati positivi rispetto al sovraffollamento, che ci porterà ad avere una nuova denuncia dalla Corte Europea dei Diritti dei Diritti Umani se le cose non cambiano.
Ma c’è di più: l’articolo 95 della 309/90 prevede per i detenuti tossicodipendenti (che oggi superano il 30% della popolazione carceraria) la realizzazione di “istituti idonei per lo svolgimento di programmi terapeutici e socio-riabilitativi”.
A 34 anni esatti dall’entrata in vigore della legge “Iervolino/Vassalli”, questi istituti ad hoc per i cittadini reclusi tossicodipendenti non esistono.
L’articolo parla di “acquisizione di case mandamentali”, ma questo articolo di fatto è rimasto lettera morta” denunciano Federica Valcauda e Giulio Manfredi di Europa Radicale.
“È il caso di istituire nuovi istituti, o creare nuove leggi, quando le leggi vigenti non funzionano?” concludono Valcauda e Manfredi.