di Federica Valcauda

Oggi è il 26 Giugno e come gli antiproibizionisti sanno è la Giornata Mondiale sulle Droghe, denominata così nell’ambito della campagna internazionale Support! Don’t punish, per chiedere un diverso approccio sulle politiche sulle droghe. A livello Istituzionale questa giornata viene chiamata ‘Giornata Mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga’, contenuto che segna in qualche modo l’inutilità delle misure messe in campo fino ad oggi a livello nazionale, europeo ed internazionale.
Nel nostro Paese oggi c’è una verità sostenuta dai dati: di legge 309/90 si muore.
A oggi sono 44 i suicidi all’interno delle nostre carceri, dovuti a molti fattori, i più preminenti sono quelli relativi al sovraffollamento carcerario e all’assistenza inefficace dei trattamenti per un reinserimento effettivo nella società, una volta scontata la pena. Inoltre, come viene sottolineato da anni, il numero dei tossicodipendenti nelle nostre carceri si attesta sempre in una media che va dal 30% al 35%, esacerbando quel luogo di un problema sanitario di difficile gestione.
Un primo e importante passo sarebbe quello di cambiare la legge sulle droghe.
Il Quindicesimo Libro Bianco sulle droghe è una (sono speranzosa) Repetita Iuvant per chi lo legge, infatti viene nuovamente sottolineato come in assenza di detenuti per art.73 o di quelli dichiarati tossicodipendenti, non vi sarebbe il tema del sovraffollamento carcerario.
10.697 dei 40.661 ingressi in carcere nel 2023 sono stati causati dall’art.73 del Testo Unico, detenzione a fini di spaccio. Questo dato è aumentato nel 2023, anche a causa del clima di repressione che si è instaurato dopo il Decreto Rave e in particolare dopo il Decreto Caivano (che ha sovraffollato le carceri minorili). Sui minori, inoltre, viene indicato come siano aumentate le segnalazioni a loro carico: il 97,3% viene segnalato per cannabis.
Sempre rispetto alle segnalazioni ai prefetti, il 76% si riferisce ai consumatori di cannabis dove il 38% subisce sanzioni amministrative che gravano pesantemente sulla vita della persona come il ritiro del passaporto o della patente. Questo indipendentemente dal fatto che si venga colti sotto effetto di cannabis alla guida, o a fumare vicino ad un aereo in fase di decollo. Questi dati sulle segnalazioni messi insieme a quelli relativi alla popolazione carceraria indicano come questa sostanza, la meno pericolosa, sia la più repressa.
Un nodo alla gola quello sulle nostre carceri portato avanti da una legge ormai obsoleta e che non fa altro che arrecare danni. Per concludere, nonostante il Libro Bianco sulle Droghe ci indica come oggi le Misure Alternative siano usate in misura sproporzionata, nei fatti sono anche l’unica misura che si può dare per legge per alleviare le nostre carceri, soprattutto con un Governo fortemente repressivo.