I Radicali Igor Boni e Silvja Manzi hanno avviato dal 27 febbraio un’iniziativa nonviolenta di dialogo con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché attivi, ai sensi di legge, la procedura di revoca “per indegnità” delle onorificenze assegnate a personaggi legati al Cremlino, tra cui Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin.
Oltre i due esponenti Radicali, decine di cittadini italiani, ucraini e russi giorno dopo giorno si stanno unendo al digiuno di dialogo e all’invio di mail indirizzate alla Presidenza del Consiglio.
Oggi, con i Radicali Boni e Manzi, sono in sciopero della fame: Marco Taradash (già parlamentare), Umberto Adami, Gian Piero Buscaglia, Sara Levi Sacerdotti, Beatrice Pizzini, Pietro Oddo, Domenico Spena, Max Titarenko.
«Peskov non perde occasione, quotidianamente, per farci vergognare di avergli concesso l’onorificenza più prestigiosa e per non avergliela ancora revocata. – Così in una nota i due esponenti Radicali, Igor Boni e Silvja Manzi – Oggi parla del “coinvolgimento diretto dei Paesi del cosiddetto Occidente collettivo nel conflitto in Ucraina”, un conflitto scatenato dalla Federazione Russa e che ha già causato centinaia di migliaia di morti, intere città distrutte, milioni di profughi, incriminazioni della Corte Penale Internazionale per deportazione di minori, e tutto quanto di atroce sappiamo.
Peskov aggiunge che “nella Bundeswehr stanno sostanzialmente pianificando di lanciare attacchi sul territorio della Federazione russa … Non c’è bisogno di alcuna interpretazione giuridica in merito, è tutto molto ovvio“, per noi – aggiungono i due esponenti Radicali – l’unica cosa ovvia è ritirare immediatamente l’onorificenza italiana a un complice dei crimini di guerra e contro l’umanità che si stanno compiendo sul territorio ucraino.
Infine, mentre l’ambasciatore tedesco a Mosca è stato convocato dal Ministero degli Esteri russo, l’ambasciatore russo a Roma Alexey Paramonov si fregia, anche lui, di un’onorificenza italiana. Cosa aspetta Giorgia Meloni – concludono Boni e Manzi – ad attivare la procedura di revoca?»