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    Dal 24 febbraio 2022, incessantemente, decine di migliaia di droni e missili russi sono stati lanciati sulle città ucraine per colpire la popolazione e le infrastrutture civili. In concomitanza del presunto avvio di “negoziati di pace” tra Donald Trump e Vladimir Putin l’azione criminale è stata addirittura intensificata. Vengono deliberatamente attaccati condomini, ospedali, teatri, chiese, ristoranti, mezzi pubblici di trasporto, stazioni ferroviarie, mercati, ospizi, scuole, parchi giochi, giardini pubblici, dighe… L’obiettivo di Mosca è seminare morte e distruzione, per soffocare la speranza degli ucraini fiaccandone la resistenza.

    Se dall’inizio dell’invasione su larga scala vi fosse stata una No-Fly-Zone sui cieli dell’Ucraina si sarebbero risparmiate decine di migliaia di vittime innocenti e la devastazione di aree che la Russia non ha potuto occupare da terra, ma è riuscita a colpire dal cielo.

    Da alcune settimane la Russia ha iniziato sistematicamente a violare lo spazio aereo di Paesi NATO e UE (Polonia, Estonia, Lituania, Romania, Danimarca, Germania…), con incursioni che saggiano la reazione dell’Alleanza Atlantica, la quale in risposta ha avviato un’operazione per la protezione del proprio fianco orientale. L’allarme che queste incursioni suscitano in Europa dovrebbe servire a renderci più consapevoli della tragedia che l’Ucraina sta vivendo da oltre tre anni e della necessità di prestarvi responsabilmente soccorso.

    Data la scarsa disponibilità e la ancora più scarsa affidabilità di Donald Trump nel sostegno alla resistenza degli ucraini, è quantomai urgente un determinato passo avanti europeo nella difesa dell’Ucraina. Perché oggi l’Ucraina è il cuore dell’Europa e la trincea della resistenza dello Stato di diritto, della libertà e della democrazia contro il nuovo ordine mondiale di Vladimir Putin e delle dittature, teocrazie e oligarchie che si contrappongono alle fragili democrazie europee e a ciascuno di noi.

    Facciamo perciò appello ai Governi e ai Parlamenti degli Stati europei affinché non solo continuino a fornire armi a chi cerca strenuamente di difendersi dall’aggressore e combatte sul fronte insanguinato di questa guerra di resistenza, ma perché l’Ucraina entri immediatamente nella UE e si istituisca al più presto uno scudo protettivo sui cieli dell’Ucraina, per proteggere e salvare dagli attacchi la popolazione civile. Un’azione a difesa dei civili ucraini e delle infrastrutture indispensabili alla loro sopravvivenza. Siamo convinti che queste siano la scelte necessarie in grado, se non di fermare la guerra, di neutralizzarne le manifestazioni più brutalmente terroristiche.

    Se l’Ucraina cade, cade l’Europa. Un’Europa che può e deve rinascere a Kyiv e con Kyiv.

    Igor Boni – coordinatore Europa Radicale
    Federica Valcauda – tesoriera Europa Radicale
    Marco Lombardo – senatore Azione
    Filippo Sensi – senatore Partito Democratico
    Carmelo Palma – direttore stradeonline.it
    Eleonora Mongelli – segretaria generale FIDU-Federazione Italiana Diritti Umani
    Antonio Stango – presidente FIDU-Federazione Italiana Diritti Umani
    Oles Horodetskyy – presidente Associazione cristiani ucraini in Italia
    Gianni Vernetti – giornalista, già Sottosegretario agli Affari Esteri    

    Nona Mikhelidze – politologa, Responsabile di Ricerca presso Istituto Affari Internazionali