Nota di Igor Boni ee Federica Valcauda:
“Il video raccapricciante di Ben Gvir che mostra le condizioni di detenzione in un carcere israeliano e invoca la pena di morte fa il paio con le decine di esecuzioni in strada per mano di Hamas contro cittadini palestinesi.
Sono due facce della stessa sporca medaglia, una medaglia che contrasta con una pace duratura che può giungere solo da un reciproco riconoscimento e dalla laicità come elemento fondante delle società israeliana e palestinese.
La deriva della ultradestra israeliana è divenuta parte del problema così come lo è Hamas nella striscia di Gaza. Siamo appesi al filo di questa tregua, che dovrebbe vedere mobilitazioni oceaniche nelle nostre società, per chiedere che cessi ogni fondamentalismo, che depongano le armi i terroristi e che venga finalmente marginalizzato in Israele chi vuole rispondere con l’occupazione della Cisgiordania.
“Dal fiume al mare” urlato nelle nostre piazze è un insulto alla pace perché significherebbe l’annientamento di Israele così come è un insulto alla pace chi, con lo stesso principio, in Israele vorrebbe cancellare dal fiume al mare la presenza palestinese. Nella storia occorre cogliere le occasioni e oggi ne abbiamo una, tutta da costruire e conquistare.
Voltarsi dall’altra parte in nome di una appartenenza ideologica a una delle due curve non farà che alimentare odio e guerre. Occorre il coraggio dei palestinesi di dire NO ad Hamas e il coraggio dei sostenitori di Israele di dire NO a persone come Ben Gvir, che non possono in alcun modo avere responsabilità di governo e che sono causa diretta di un percorso di violenza e violazione dei diritti umani“.
