di Federica Valcauda

L’iniziativa Global Sumud Flottilla è formalmente nata nel 2025, quando alcune organizzazioni – Freedom Flotilla Coalition, Global Movement to Gaza, Maghreb Sumud Flotilla e Sumud Nusantara – hanno annunciato la sua creazione. Ma le cose stanno davvero così? L’immagine che vedete qui sotto, ricavata dal social network X, dice un’altra cosa. Il seguente screenshot è stato scattato il 6 settembre, oggi questo account è stato sospeso per aver violato le regole di X.

L’apertura del canale risale a ottobre 2023, proprio il mese del Pogrom messo in atto da Hamas all’alba del 7 Ottobre. Il primo post “ufficiale” della GSF è della giornalista indiana Sadaf Afreen, ritwittata dalla Global il 9 ottobre 2023. In quel post la giornalista si indignava per i bombardamenti israeliani su Gaza dopo il 7 ottobre. Ma davvero Hamas non si aspettava una risposta, dopo aver ucciso più di 1.200 persone e preso in ostaggio 250 civili, tra cui 30 bambini?

Il 14 ottobre 2023, quando ancora a livello internazionale non si parlava di genocidio ma l’attenzione era ferma sul pogrom subito da Israele, la Global Sumud Flottilla twittava: “#GazaGenocide”. Com’è possibile rispondere in questo modo dopo una chiara dichiarazione di guerra da parte di Hamas, dopo lo shock più grande subito dal popolo ebraico dalla seconda guerra mondiale? La narrativa del ‘genocidio’ dunque non è emersa come reazione graduale a eventi successivi, ma come frame politico immediatamente lanciato in rete, un frame che aveva evidentemente l’utilità di spostare il focus da Hamas a Israele.

Perché, nell’opinione pubblica, non è mai stata data sufficiente rilevanza ai 250 ostaggi nelle mani dell’organizzazione terroristica, che ancora oggi non ha intenzione di deporre le armi e restituire gli ostaggi? L’account sotto accusa è stato analizzato dal giornalista David Puente: secondo le sue analisi, l’account X è stato modificato nel tempo, per farla semplice: prima del luglio 2025 l’account aveva un altro nome, che poi è stato modificato per ‘monetizzare’ sull’iniziativa della Flotilla. Il giornalista scrive: “è molto probabile che questo sia stato modificato a seguito dell’annuncio dell’iniziativa con l’obiettivo di attirare utenti in mancanza di un account ufficiale”, se così fosse, perchè l’organizzazione principale non ha dall’inizio denunciato la presenza di questa pagina, che si chiamava in modo identico? Forse quei follower sono stati ritenuti inutili, fino a quando non sono iniziate a girare le notizie dell’apertura di questo account nell’Ottobre 2023? Nessuno si è reso conto dell’organizzazione della Flotilla che esistevano account con lo stesso identico nome? Secondo Puente l’account è falso, e accusare la Flotilla di essere nata prima del 2025 è fuorviante, perchè allora non è stato subito denunciato? Queste domande rimangono.

Così come rimane la domanda principale: perchè i pacifisti non chiedono ad Hamas di deporre le armi? Quello che ci fa capire questo caso è che la propaganda internazionale rispetto al ‘genocidio’ di Gaza è iniziata pochi giorni dopo il 7 Ottobre. L’operazione della Global Sumud Flottilla è nata principalmente con l’intento propagandistico e non umanitario, considerando che il diritto internazionale dei conflitti armati – in particolare il Manuale di Sanremo sul diritto applicabile ai conflitti armati in mare, accettato come diritto consuetudinario – stabilisce che: un blocco navale può essere legittimo se è dichiarato, notificato, effettivo e non finalizzato a provocare fame tra la popolazione civile; chi impone un blocco può fermare e sequestrare navi dirette verso porti bloccati, anche in acque internazionali, se si ritiene che stiano violando il blocco.

La Commissione Palmer dell’ONU (2011), istituita dopo il caso della nave Mavi Marmara, ha stabilito che il blocco navale di Israele su Gaza è conforme al diritto internazionale dei conflitti armati.

L’account X oggi bloccato, ha in passato pubblicato le operazioni della Mavi Marmara, che apparteneva alla ONG turca IHH (Humanitarian Relief Foundation), parte del convoglio organizzato da ONG internazionali. Israele accusa l’IHH di avere legami con Hamas e l’ha dichiarata illegale nel 2008. Stati Uniti e Unione Europea, invece, non hanno adottato tale decisione, continuando a considerarla una ONG umanitaria, sebbene con varie indagini critiche. Alcuni rapporti, come quello della Foundation for Defense of Democracies, sostengono che parte dei fondi dell’IHH siano stati destinati ad attività vicine ad Hamas.

È noto che la Turchia (luogo in cui risiede questa ON) consideri Hamas un’organizzazione politica. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan lo ha definito un “movimento di liberazione”. Leader di Hamas come Khaled Meshaal e Ismail Haniyeh sono stati ricevuti più volte ad Ankara e a Istanbul. Il 20 aprile 2024, Erdoğan ha incontrato a Istanbul Ismail Haniyeh. Nel frattempo, dal 18 ottobre 2023 il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato membri e facilitatori finanziari di Hamas attivi in diversi Paesi, inclusa la Turchia (sanzioni OFAC).

Tra i sostenitori della Global Sumud Flottilla figurano anche personalità che hanno espresso apertamente posizioni favorevoli ad Hamas. İsmail Mansur Özdemir, sociologo e attivista turco, ha più volte dichiarato sui social il proprio sostegno a Hamas e alla “resistenza”: “Not just Hamas, we Turks are PALESTINE…”. Mushtaq Ahmad Khan, ex senatore pakistano che prenderà parte al viaggio con la Flottilla, ha chiesto formalmente al governo del Pakistan di riconoscere Hamas come governo legittimo.

Sappiamo che l’obiettivo di Hamas e delle altre organizzazioni terroristiche è la distruzione dello Stato di Israele, al netto di questo, vorremmo sapere se anche la Global Sumud Flotilla ha lo stesso pensiero di Hamas. E se mai chiederà anche ad Hamas di deporre le armi.