Egregio Ambasciatore,

Europa Radicale nasce dalla tradizione e dalle lotte radicali e dal pensiero politico di Marco Pannella che da sempre ritiene la democrazia israeliana come un tesoro da preservare poiché rappresenta nell’intera area una eccezione da valorizzare e da sostenere in un rapporto sempre più stretto con l’Europa. 

La nostra tesoriera Federica Valcauda ha partecipato tre mesi  fa ad una missione organizzata dal Ministero degli Affari Esteri israeliano in collaborazione con l’ambasciata d’Israele in Italia per portare a Tel Aviv militanti dei diritti civili in vista del Pride, che purtroppo non si è potuto tenere per le bombe e i missili iraniani. Federica ha passato una settimana nei rifugi antiaerei.

Oggi Le scriviamo in merito alla iniziativa della Global Sumud Flotilla. Abbiamo ascoltato e letto le parole del Ministro della sicurezza nazionale di Israele, Ben Gvir, che minaccia di trattare gli attivisti esattamente come “terroristi”. 

Noi riteniamo che questa sia la reazione e l’approccio peggiore possibile di fronte a questa azione e pensiamo che vi siano concreti rischi che dallo scontro frontale prefigurato nasca una situazione pericolosa e gravemente negativa per lo stato di Israele. 

Non si può non tener conto del fatto che un terreno vitale del conflitto – forse quello decisivo oggi – è quello dell’opinione pubblica degli stati democratici, ove Israele rischia di perdere simpatie e appoggi vitali per assicurarne il futuro. 

Come, fin dall’inizio, era fra gli scopi primi di Hamas nel promuovere il pogrom del 7 ottobre e l’inevitabile reazione di Israele.

Siamo ben consci che Israele non può fare attraccare chiunque a Gaza e consentire l’attraversamento delle acque territoriali (questa è la speranza di molti partecipanti all’iniziativa) ma siamo altrettanto convinti che Israele dovrebbe sorprendere il mondo facendo arrivare la flotta direttamente a Gaza, per non cadere nella provocazione tesa da chi spera di vedere azioni violente che additino ancor di più Israele agli occhi del mondo come “il colpevole” di quanto sta accadendo. 

Noi crediamo e lottiamo da sempre affinché la vita dello Stato di Israele e della sua democrazia siano garantite e siamo convinti che i fondamentalismi debbano essere battuti (da entrambe le parti). Tanto meno pensiamo che i terroristi sanguinari di Hamas possano in qualche modo essere associati alla Resistenza, come molti dei partecipanti pensano. 

Ma certo non siamo indifferenti a quanto accade alla popolazione civile di Gaza sottoposta alla violenza di Hamas da 20 anni e alle bombe di Israele, che hanno creato una crisi umanitaria gravissima e senza precedenti nella zona che deve cessare. 

Gli aiuti alimentari e sanitari che la Global Sumud Flotilla sta portando sono poca cosa rispetto alle enormi quantità di derrate alimentari che sono bloccate ai confini e certamente non saranno questi a risolvere anche parzialmente il problema, che è ben più grave di quanto chi partecipa alla flotta abbia in mente. 

Tuttavia consentire l’attracco nella Striscia di Gaza e di toccare con mano la situazione sul campo, sarebbe un ottimo modo per far comprendere una realtà che non è quella descritta da chi anima l’iniziativa; tra costoro infatti non vi sono solo persone ideologizzate contro Israele a prescindere, ma anche chi è motivato da un sincero spirito umanitario. 

Siamo infine consapevoli che anche questa soluzione contiene rischi ingenti per i militanti che stanno attraversando il Mediterraneo, che tuttavia hanno liberamente scelto questa strada.

Per tali ragioni Le chiediamo cortesemente di farsi interprete di queste nostre riflessioni presso il Governo di Israele.

Un cordiale saluto.

Igor Boni (Coordinatore di Europa Radicale)