Nelle ultime ore, la Russia ha parlato della possibilità di “innalzare i livelli di rappresentanza” nei negoziati con l’Ucraina. Un’espressione apparentemente tecnica, che merita invece di essere chiarita: significa che Mosca ipotizza di avviare colloqui diretti tra delegazioni russe e ucraine, partendo da funzionari diplomatici e lasciando aperta la possibilità di coinvolgere figure di vertice, ministri o addirittura i presidenti.
“Dietro questa formula si cela la solita strategia del Cremlino: simulare apertura diplomatica mentre le bombe continuano a cadere sulle città ucraine” dichiarano Igor Boni e Federica Valcauda di Europa Radicale.
“È inaccettabile parlare di pace mentre l’Ucraina resta sotto attacco aereo, come ha ricordato ieri Merz. L’innalzamento di livello non è un passo avanti, ma un espediente propagandistico per guadagnare tempo e credibilità internazionale.”
Europa Radicale ricorda che “non può esserci negoziato credibile finché la Russia non cessa gli attacchi e non ritira le proprie truppe dal territorio ucraino. Al contrario, le concessioni diplomatiche a Putin rischiano solo di trasformarsi in un boomerang politico e morale, scaricando ancora una volta la responsabilità della pace sulla vittima dell’aggressione.
La pace non è una scenografia diplomatica, ma il rispetto della sovranità e della libertà di un popolo.”