Igor Boni, Giulio Manfredi e Federica Valcauda: “Centrodestra vuole stravolgere funzioni garante per nascondere inadeguatezza della nuova garante”

“Bruno Mellano fu nominato per la prima volta garante regionale carceri nel 2014, grazie ai voti determinanti della maggioranza di centrodestra di Roberto Cota. Mellano fu riconfermato garante nel 2019 grazie ai voti determinanti della maggioranza di destra​-centro di Alberto Cirio. In undici anni nessun esponente di destra ha mai contestato il lavoro di Mellano; ora a fine mandato Fratelli d’Italia lo accusa nientemeno di “strabismo ideologico” e “unilateralità militante”. Balle stratosferiche!
La verità è che la destra attacca Mellano per colpire e snaturare le funzione e i compiti del garante regionale carceri, che sono chiaramente individuati nella legge istitutiva del 2009 (art. 1 della legge regionale n. 28/2009: “È istituito, presso il Consiglio regionale, il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell’ambito del territorio della Regione, di seguito denominato Garante, al fine di contribuire a garantire, in conformità ai principi fondamentali della Costituzione e nell’ambito delle materie di competenza regionale, i diritti di tali persone”). La legge è chiarissima; alcuni consiglieri regionali, forse su indicazione “romana” o “biellese” intendono stravolgerla, dichiarando che il futuro garante dovrà occuparsi di tutti i soggetti presenti in carcere, agenti di polizia penitenziaria compresi. Diciamolo: i consiglieri di destra​-centro hanno nominato nuovo garante regionale una persona (avv, Monica Formaiano) chiaramente impreparata (come ha ammesso essa stessa pubblicamente) e ora tentano di allargare e annacquare i suoi compiti per evitarle di dimostrare subito i suoi limiti nella tutela dei cittadini detenuti.
Infine, siamo sempre in attesa che il presidente Cirio mantenga la promessa di visitare le carceri piemontesi, promessa fatta pubblicamente lo scorso settembre all’inaugurazione della “passeggiata Marco Pannella” a Torino. Esattamente cinquant’anni fa il Parlamento approvava la legge (n. 354/1975) di riforma dell’ordinamento penitenziario, che all’ articolo 67 prevede la possibilità per parlamentari e consiglieri regionali di compiere visite ispettive nelle carceri. Speriamo che Cirio e i consiglieri regionali utilizzino tale possibilità, da subito, perché l’estate nelle carceri (non solo piemontesi) si preannuncia molto calda”.