Dichiarazione di Igor Boni e Federica Valcauda (coordinatore e tesoreria Europa Radicale):
“Il 4 marzo eravamo in Senato a presentare, insieme a parlamentari e altre associazioni, la proposta di legge per il voto dei fuori sede che abbiamo inviato a tutti i parlamentari.
È stata un’iniziativa puntuale, che ha inverato un diritto fondamentale, il diritto di voto sulla seconda scheda (quella dei referendum) che la Costituzione ha garantito ai cittadini. Siamo felici che il governo ne abbia preso atto e che ai prossimi referendum sia data la possibilità di voto non solo agli studenti (come fu fatto l’anno scorso per le elezioni europee) ma anche, per la prima volta, a lavoratori e persone che si curano fuori dal proprio luogo di residenza.
Si tratta ora di garantire il “diritto alla conoscenza” sulle modalità con cui gli interessati potranno esercitare quel diritto.
Ricordiamo che l’anno scorso vi fu un solo voto effettivo di studente fuori sede su 17 voti potenziali (19.000 voti su circa 330.000 aventi diritto), soprattutto per la mancanza di una campagna informativa ad hoc del servizio pubblico radiotelevisivo.
Comunque, guardiamo il bicchiere mezzo pieno: si tratta di un importante passo in avanti, che costituisce un prezioso precedente anche per le prossime consultazioni elettorali”.