di Chiara Squarcione e Federica Valcauda 

“Qualche settimana fa abbiamo denunciato le restrizioni alla libertà di stampa in Georgia, che secondo quanto sta accadendo risultano essere più gravi del previsto.

La legge emendata, registrata al Parlamento georgiano, dice chiaramente che: “è proibito ai media ricevere fondi diretti o indiretti (soldi o altri benefit) da enti esteri”.

La parola ‘proibito’ in una legge ci fa tornare in mente tempi bui, di restrizione delle libertà e di scambi. Al momento sono esclusi dalla proibizione le pubblicità, il teleshopping, le sponsorship o le pubblicità dei prodotti nei programmi. Nell’emendamento proposto dal partito Sogno Georgiano si sottolinea come “l’informazione può significativamente influenzare e modificare l’opinione pubblica” e dunque questa legge è utile per “aiutare a ridurre l’influenza dei potenze straniere”.

Questo, ovviamente, non vale per la Russia, che tiene in scacco il Partito Sogno Georgiano e di conseguenza l’informazione pubblica georgiana. Sottolineiamo nuovamente l’urgenza sulla posizione del nostro Paese, che dovrà essere allineata alla risoluzione approvata al Parlamento Europeo il 13 febbraio, non riconoscendo, dunque, il Partito Sogno georgiano tramite documenti ufficiali, a partire dall’Ordine del Giorno in discussione nella terza Commissione alla Camera presentata da Benedetto Della Vedova”