Su iniziativa dell’Assessore regionale Maurizio Marrone (FdI), nella Legge regionale n. 6 del 29 aprile 2022 (Bilancio di previsione finanziario 2022-2024), viene introdotto e approvato il seguente articolo 19:
Art. 19 (Contributi a terzi finalizzati alla promozione e realizzazione di progetti mirati al superamento delle cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza)
1. La Regione, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, riconosce il valore sociale della maternità e concede contributi ad enti del terzo settore operanti nella tutela materno-infantile, per attuare, in coordinamento con consultori ed enti socio assistenziali, progetti di accompagnamento in situazioni di fragilità e vulnerabilità sociale, mirati al superamento delle cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza ai sensi dell’ articolo 2, comma 1, lettera d), della legge 22 maggio 1978, n. 194 (Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza).
2. La Giunta regionale, con propria deliberazione, previo parere della commissione consiliare competente, definisce i criteri e le modalità per l’erogazione dei contributi alle organizzazioni e associazioni di cui al comma 1.
3. Gli enti beneficiari dei contributi di cui al comma 1 predispongono un programma dettagliato delle attività progettuali e rendicontano le spese sostenute per la realizzazione delle medesime.
4. Per l’attuazione del presente articolo è prevista una spesa pari ad euro 400.000,00 per l’anno 2022, in termini di competenza e di cassa, da iscriversi su apposito capitolo di spesa corrente, di nuova istituzione, all’interno della missione 12 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), programma 12.10 (Politica regionale unitaria per i diritti sociali e la famiglia – solo per le Regioni), titolo 1 (Spese correnti) del bilancio di previsione finanziario 2022-2024. Alla copertura si fa fronte mediante pari riduzione delle somme previste all’interno della missione 14 (Sviluppo economico e competitività), programma 14.02 (Commercio-reti distributive-tutela dei consumatori) e della missione 19 (Relazioni internazionali), programma 19.01 (Relazioni internazionali e Cooperazione allo sviluppo).
Dunque, ai sensi del comma 2 dell’art. 19 succitato, i criteri e le modalità per l’erogazione dei contributi devono essere fissati da una deliberazione della Giunta Regionale.
Infatti, con D.G.R. n. 9-5788 del 13/10/2022, la Giunta Regionale ha fissato i suddetti criteri. In particolare: «la Regione Piemonte, sulla base delle richieste pervenute … provvederà all’individuazione delle istanze progettuali ammissibili ed al riparto delle risorse in quota uguale tra tutti i soggetti richiedenti ed in possesso dei requisiti, sino ad esaurimento delle risorse disponibili» (Allegato A, punto d).
Con D. D. 17 ottobre 2022, n. 1924, gli uffici regionali hanno dato attuazione alla deliberazione succitata, pubblicando l’avviso non competitivo per la ripartizione dei finanziamenti (400.000 euro per il 2022), attenendosi scrupolosamente alle modalità fissate dalla delibera stessa.
Con D. D. 1 dicembre 2022, n. 2314, gli uffici regionali hanno assegnato i suddetti finanziamenti: le 15 associazioni richiedenti hanno ottenuto 26.666,7 euro a testa (400.000 diviso 15).
La somma dei contributi richiesti era, invece, pari a 397.612,30 euro. Solo 4 associazioni richiedenti su 15 avevano presentato un progetto con richiesta di finanziamento superiore ai 26.667, 7 euro (vedi Allegato 1 della determinazione succitata).
Nel 2023, l’Assessore Marrone ha fatto approvare dalla Giunta Regionale la D.G.R. 13 novembre 2023 n. 27-796, sostanzialmente uguale a quella approvata l’anno prima, tranne che per l’entità dei finanziamenti, notevolmente aumentata: 940.000 euro.
Con D.D. 14 novembre 2023, n. 635, gli uffici regionali hanno dato attuazione alla deliberazione succitata, pubblicando l’avviso non competitivo per la ripartizione dei finanziamenti, (940.000 euro per il 2023), attenendosi scrupolosamente alle modalità fissate dalla delibera stessa.
Con D. D. 15 dicembre 2023, n. 861, gli uffici regionali hanno assegnato i suddetti finanziamenti: le 16 associazioni richiedenti hanno ottenuto 58.750 euro a testa (940.000 diviso 16). La somma dei contributi richiesti era, invece, pari a 718.978.12 euro. Una sola associazione richiedente su 16 aveva presentato un progetto con richiesta di finanziamento superiore ai 58.750 euro (vedi Allegato 2 della determinazione succitata).
Forse per rispondere (diciamolo subito: in modo inadeguato) all’osservazione fatta da varie parti “Come è giustificabile che la Regione elargisca molti più soldi di quelli che le vengono richiesti?”, nella premessa della determinazione succitata si può leggere:
«considerato inoltre che: tutti i 16 soggetti no profit attuatori della tipologia di intervento di cui all’Avviso nonché potenziali beneficiari del finanziamento regionale, hanno espressamente indicato nelle rispettive istanze, alla luce delle risorse effettivamente assegnate, la disponibilità ad implementare il numero di donne da inserire nei percorsi di accompagnamento realizzabili nei singoli ambiti territoriali di intervento».
Nel 2024, l’Assessore Marrone ha fatto approvare dalla Giunta Regionale la D.G.R. 21 novembre 2024 n. 12-400, sostanzialmente uguale a quella approvata l’anno prima, anche per l’entità dei finanziamenti: 940.000 euro.
Con D. D. 22 novembre 2024, n. 1616, gli uffici regionali hanno dato attuazione alla deliberazione succitata, pubblicando l’avviso non competitivo per la ripartizione dei finanziamenti (940.000 euro per il 2024), attenendosi scrupolosamente alle modalità fissate dalla delibera stessa.
Con D. D. 17 dicembre 2024, n. 1807, gli uffici regionali hanno assegnato i suddetti finanziamenti.
È accaduto, però, un fatto nuovo, così descritto nella premessa della determinazione:
«si è provveduto a richiedere ai 15 soggetti che hanno presentato istanza, la disponibilità ad implementare gli interventi e ad incrementare il numero di donne da inserire nei percorsi di accompagnamento realizzabili nei singoli ambiti territoriali di intervento, attraverso un incremento delle risorse assegnate; dato atto che sui 15 soggetti interpellati, n. 13 soggetti hanno manifestato tale disponibilità all’implementazione degli interventi e del target, come da comunicazioni pervenute tramite PEC e conservate agli atti del Settore. Ritenuto pertanto, di procedere al riparto delle risorse come riportato nell’allegato 2) istanze finanziate, quale parte integrante e sostanziale della presente determinazione, sulla base ai seguenti criteri: – assegnazione a ciascun soggetto avente diritto della quota minima prevista dall’Avviso, pari ad € 37.600,00; – ripartizione della somma residua, pari ad € 376.000,00 in quota uguale tra tutti i 13 soggetti che hanno aderito alla proposta di ampliamento degli interventi e delle donne da inserire nei percorsi».
Pertanto, 13 associazioni richiedenti su 15 hanno ottenuto 66.523,8 euro a testa mentre le restanti 2 hanno ottenuto solamente 37.600 euro a testa. La somma dei contributi richiesti era, invece, pari a 685.900 euro. Una sola associazione richiedente su 15 aveva presentato un progetto con richiesta di finanziamento superiore ai 66.532,8 euro (vedi Allegati 1 e 2 della determinazione succitata).
Dunque, cosa è successo di nuovo? Con una determinazione dirigenziale sono stati modificati i criteri e le modalità di ripartizione dei finanziamenti; criteri che la legge regionale n. 6/2022 (riportata all’inizio di questo testo) dispone che debbano essere fissati unicamente con deliberazione della Giunta Regionale. Come abbiamo riportato, questo è stato fatto negli anni 2022, 2023 e 2024. I criteri e le modalità fissati sono discutibili e suscettibili di critiche (perché dare a tutti la stessa cifra? Così non viene certo premiato il merito dei progetti! È legittimo che la Regione dia più di quanto richiesto?), ma erano chiari (riparto delle risorse in quota uguale tra tutti i soggetti richiedenti) ed erano fissati, giustamente e legittimamente, dall’organo politico, la Giunta Regionale.
Nel 2024 la determinazione dirigenziale di assegnazione dei fondi ha fissato, invece, nuovi criteri e modalità, senza averne la legittimità. Ricordiamo che in tutte e tre le deliberazioni regionali citate si demandava «alla Direzione Welfare – Settore Politiche per i bambini, le famiglie … l’adozione degli atti successivi e conseguenti alla presente deliberazione ai fini dell’attuazione di quanto ivi disposto».
Dossier a cura di Europa Radicale