Lo ribadiremo domenica a Torino quando ricorderemo le vittime del regime di Putin.
Igor Boni, Giulio Manfredi, Silvja Manzi e Federica Valcauda (Europa Radicale):
“Il 26 marzo 2000 Vladimir Putin veniva eletto presidente della Federazione Russa. Come primo ministro, mesi prima, Putin aveva invaso la Cecenia, attuando una vero e proprio genocidio della popolazione. In questi 25 annni, la sistematica opera di soppressione di ogni opposizione democratica all’interno della Russia (attuata tramite soppressione fisica degli esponenti di tale opposizione, da Boris Nemtsov a Alexei Navalny, per citare solo due nomi) si è accompagnata all’aggressione sistematica ai territori vicini ma non solo: oltre alla Cecenia, la Georgia nel 2008 e l’Ucraina nel 2014 e nel 2022 (ma anche la spedizione in Siria nel 2015 col sostegno determinante al criminale Assad e l’infiltrazione in Africa sotto la copertura del “Gruppo Wagner”, ora “Africa Corps”).
Un’attenta analisi di tutti i crimini compiuti dentro e fuori dalla Russia su ordine di Vladimir Putin non può che giungere alla seguente conclusione: il modo migliore per onorare il triste anniversario di oggi sarebbe costituito da nuove incriminazioni nei suoi confronti da parte della Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aia. Non è sicuramente sufficiente il mandato di cattura spiccato dalla CPI il 17 marzo 2023 per la “deportazione in Russia e Bielorussia di migliaia di bambini ucraini”. Ogni notte, da tre anni, i civili ucraini sono sottoposti ad attacchi indiscriminati di droni e missili russo/iraniani; ogni giorno, da tre anni, la popolazione ucraina dei territori occupati è sottoposta ad ogni genere di vessazioni e ad una vera e propria opera di genocidio, tendente alla completa russificazione di quei territori.
Ancora di più dopo il vergognoso voltafaccia di Trump, la Corte Penale Internazionale, con la sua incriminazione del 2023, rappresenta l’unico strumento per richiedere giustizia per le vittime di Putin. Dopo tre anni di lavoro, in sinergia con le autorità ucraine, la CPI ha acquisito prove e testimonianze sufficienti per incriminare Putin (che, lo ricordiamo, è comandante in capo delle forze armate russe) per tutti i crimini elencati negli articoli 6 (crimine di genocidio), 7 (crimini contro l’umanità) e 8 (crimini di guerra) dello Statuto della CPI.
Putin terrorista! Putin all’Aia! Lo ribadiremo domenica 30 marzo, a Torino, durante il “Ricordo delle vittime del regime di Putin” che la Comunità dei Russi Liberi terrà presso la “Passeggiata Marco Pannella” (piazza Arbarello), alle ore 14:00.